Dubbi e perplessità sull’opzione donna e Quota 41, analizziamo il quesito di una nostra lettrice: Sono nata a settembre del 1959 quindi quest’anno arrivo alla mitica età di 60 anni. Sono mamma di 3 figli di cui uno ha 21 anni e studia all’Università e mio marito è un pensionato BASTONATO con Legge FORNERO.
Il mio Sindacato mi ha proposto avendo al 31.12.2018 con 38 anni di contributi versati e tutti i requisiti per andare in pensione con Opzione Donna di dimettermi…
La mia storia lavorativa: Io potrei rientrare nei LAVORATORI PRECOCI infatti ho versato i contributi precedentemente ai miei 18 anni anche se almeno che io sappia mi mancano gli altri requisiti (Invalidità al 74%, Legge 104 o Disoccupazione). Solo che ho un problema più grave in quanto sono IMPIEGATA dal 1985 a tutt’ora in un’ IMPRESA EDILE di Titolari Anziani che hanno sicuramente Intenzione di Cessare l’Attività Entro l’ANNO 2019 in corso ultimando gli ultimi lavori. Dall’anno 1995 ho chiesto però il Part-Time a 20 ore settimanali quindi sicuramente da un conteggio fatto dovrei andare in pensione se lavorassi continuamente fino all’anno 2022 con seguente aspettativa vita per un importo lordo di circa € 800,00 e qui giunge il mio PROBLEMA….
Se accetto Opzione Donna arriverò a prendere circa € 700,00 lordi per cui un netto non certo di circa € 650,00 cioè meno della MINIMA PENSIONABILE o giù di lì. Ma se continuo mi trovo che a Dicembre se tutto va Bene…. mi licenziano per chiusura ditta S.n.c. ed io avrei per almeno 2 Anni DIRITTO alla NASPI con relativi contributi figurativi e quindi a quel punto non rientro in QUOTA 41 come lavoratrice precoce e disoccupata? Ma questa legge è entrata in Vigore e quando scade? E se poi cambia nel 2020 e non ci rientro più per finire in bellezza ed arrivare (SEMPRE CHE NON SI APRINO ALTRE FINESTRE ASPETTATIVA VITA) a me mancherebbe un anno di contributi perché la NASPI finirebbe nell’anno 2021 e come ci arrivo, dovrò pagare 1 anno e forse di più contributi per arrivare alla pensione perché non penso di trovare impiego a 61 Anni o di più, ma perdere la cifra adesso mensile di circa € 150,00 per tutta la vita sulla mia pensione che non è il massimo cioè il MINIMO? Quanto tempo ho per decidere?
Cerchiamo di fare un pò di ordine e capire i requisiti richiesti delle varie forme pensionistiche, considerando anche la loro scadenza.
Pensione Opzione donna: i nuovi requisiti dal 2019
La pensione anticipata Opzione donna è stata prorogata per tutto il 2019 con requisiti anagrafici diversi rispetto alla precedente misura.
Per il raggiungimento del requisito contributivo è valida qualsiasi contribuzione versata esclusi i periodi di malattia e indennità di disoccupazione Naspi.
Le lavoratrici dipendenti possono accedere al trattamento pensionistico dopo 12 mesi dalla maturazione dei requisiti. Le lavoratrici autonome dopo 18 mesi dalla maturazione dei requisiti. Ricordiamo che entrambi i requisiti devono essere maturati entro il 31 dicembre 2018.
Opzione donna Part-time
Possono partecipare all’Opzione donna anche le lavoratrici part – time. Nella valutazione del requisito contributivo dovranno essere coperte 52 settimane, se i contributi versati sono sotto il minimale, il requisito viene ridotto. Consiglio di controllare l’estratto conto dell’INPS e vedere le settimane accreditate correttamente.
Penalizzazione e scadenza
Questa misura è penalizzante in quanto il calcolo dell’assegno è fatto con il sistema interamente contributivo, in alcuni casi la penalizzazione può arrivare al 30%.
La misura è stata rinnovata solo per l’anno 2019, quindi salvo nuova proroga, termina il 31 dicembre 2019.
Pensione Quota 41
La pensione quota 41 è per i lavoratori precoci che hanno maturato almeno 52 settimane, 12 mesi prima del compimento del diciannovesimo anno di età. Inoltre, oltre alla maturazione del requisito contributivo di 41 anni, si devono trovare nelle categorie di tutele (disoccupazione, caregivers, invalido, lavoro gravoso). La quota 41 non ha scadenza è strutturale.
Conclusione
L’Opzione donna è penalizzante, per arrivare alla quota 41 deve comunque maturare il requisito contributivo, versando contributi volontari coprendo buchi lavorativi. Tutto dipende molto dalle esigenze personali e se riuscirà ad effettuare il pagamento dei contributi volontari. Altra soluzione, avendo nel 2019 60 anni, potrebbe cercare di arrivare alla Quota 100 che è valida per tre anni, dal 2019 al 2021, non è penalizzante in quanto il calcolo dell’assegno pensionistico è effettuato come la pensione anticipata, con il sistema misto, i requisiti richiesti sono 62 anni di età e 38 anni di contributi.