Pubblichiamo integralmente una lettera aperta scritta da una nostra lettrice:
Ho lavorato per ben 41 anni e 3 mesi nella Pubblica amministrazione, dunque avrei dovuto essere preparata a ciò che mi aspettava il giorno in cui mi sarei presentata, anziché come impiegata, come utente. Invece no. Forse è stato più semplice affrontare un concorso pubblico e vincerlo.
Sono entrata nella P.A. nel 1974, a venti anni d’età, e ne sono uscita a 61 con 41 anni e 3 mesi di servizio di ruolo il 20/12/2015, per effetto della salvaguardia avendo dovuto assistere mia madre malata di cancro.
Vado dunque per i 4 anni dal mio collocamento a riposo. Poiché ai dipendenti pubblici, da sempre disprezzati, viene riservato un trattamento “speciale”, ho avuto liquidata, dopo ben 2 anni d’attesa e dunque nel 2018, all’inizio di febbraio, la 1^ tranche del TFS.
Avrei dunque dovuto ricevere la 2^ tranche ora, a febbraio 2019, essendo scaduto anche l’ulteriore anno che una maledetta legge, e dei maledetti governi, prevedono solo per la nostra categoria, a differenza del privato che riceve, come dovrebbe essere per tutti, l’intera liquidazione senza frazionamenti.
Premetto che non sono un alto papavero dello Stato e che pertanto la cifra da liquidare è modesta, anche perché ho dovuto scontare, oltre gli anni d’attesa, un prelievo di circa 8.000 euro sul TFS avendo, appunto, fruito della l. 151/2001 per poter assistere mia madre.
Ebbene, nonostante quanto da Lei asserito, vale a dire che l’unico modo per riavere i propri soldi, accantonati per una vita è fare solleciti in proprio oppure attraverso gli operatori E’ ASSOLUTAMENTE FALSO: si tratta soltanto di una beffa, dell’ennesima perdita di tempo pur di non pagare, o forse, come lei asserisce, nella speranza che ci stanchiamo, oppure che nel frattempo decidiamo di andarcene all’altro mondo facendola finita per sempre con gli imbrogli della burocrazia.
NESSUNO MI RISPONDE, NESSUNO VUOLE FORNIRMI IL NUMERO TELEFONICO DEL RESPONSABILE del procedimento amministrativo che DEVE SOLO FARE UN BONIFICO SUL MIO CONTO CORRENTE, non esiste un centralino, non esiste un responsabile, la responsabile dell’URP se chiamata non risponde al telefono, le risposte dell’INPS (parlo della sede di Roma Eur) sono fornite solo attraverso operatori sparsi per tutta l’Italia, che forniscono unicamente il numero del sollecito rimandandomi di settimana in settimana, di giorno in giorno. NESSUNO E’ IN GRADO DI DIRMI QUANDO MI SARA’ ACCREDITATA LA 2^ TRANCHE.
Pazzesco? Non tanto. L’INPS non rischia nulla per quanto riguarda il pagamento degli interessi per ogni giorno di ritardo, come dovrebbe essere. Soltanto lo 0,02 o lo 0,03%, vale a dire 10/15 euro circa di multa.
Cosa farei io, se potessi? Raddoppierei la cifra che ancora mi devono, per ogni giorno di ritardo accumulato, causa INERZIA.
La mia pratica è stata definita da un pezzo: COSA ASPETTANO, ANCORA, A PAGARE??
Non si tratta semplicemente di un diritto. Io ho bisogno di questi soldi perché devo rispettare degli impegni presi. Come mi giustifico? L’INPS non mi paga? L’INPS non mi fa neppure sapere QUANDO mi pagherà? E se avessi una banca alle calcagna, cui sono vincolata per restituire un prestito???
Le faccia sapere, queste cose. Io non sono mai stata una furbetta del cartellino. Ma esiste ben di peggio: questa gente dovrebbe finire in galera, o pagare di tasca propria i danni materiali e morali che fa agli utenti. altro che lo 0,03 per cento!!
Grazie.