Quando si investe su un mercato, la prima domanda che ci si dovrebbe porre sarebbe la seguente: alla luce sia dell’andamento dello specifico titolo che delle condizioni macro, converrebbe di più puntare sulle obbligazioni o sulle azioni? Abbiamo cercato di offrire una risposta, valida non per il futuro, quanto per l’ultimo quinquennio. I titoli esaminati sono stati tre e relativi ad altrettante utilities di grossa importanza in Italia: Telecom Italia o TIM, Enel e Snam. Prima di iniziare con la verifica dei dati, una premessa: qual è il rendimento di un’azione? Esso è dato da due fattori: la variazione del prezzo tra due periodi e le cedole incassate.
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Ora, partiamo da Telecom. Negli ultimi 5 anni, le sue azioni ordinarie hanno perso il 34%. Meglio hanno fatto le azioni di risparmio, che hanno perso, comunque, il 26%. Le prime non hanno distribuito dividendi, le seconde sì e per 2,75 centesimi per azione ogni anno. Il totale fa, dunque, 13,75 centesimi per azione, che rapportati a i 65,16 centesimi del prezzo di acquisto del titolo 5 anni fa esitano un rendimento di poco superiore al 21%. Al netto, le azioni ordinarie hanno reso il -34%, quelle di risparmio il -5% (quotazione a -26% e cedole pari al 21%). Veniamo ai bond.
Il limite delle obbligazioni
Non c’è dubbio alcuno che si sia rivelato più conveniente avere investito negli ultimi 5 anni nei bond Telecom, anziché nelle sue azioni. E’ stato così anche per le altre due utilities? Le azioni Enel sono cresciute del 40% nel periodo, al contempo distribuendo dividendi per un totale di 98,7 centesimi, pari al 26% dell’investimento eventualmente effettuato nel marzo 2014. In tutto, hanno reso così il 66%. Le obbligazioni del colosso energetico emesse nel 2014 e con scadenza nel lontanissimo 2075, cedola 5% (ISIN: XS1014997073), sono salite di prezzo di oltre il 4%, distribuendo cedole per un totale del 25%, pari a poco più del 25% dell’investimento iniziale. In tutto, quindi, hanno reso circa il 29,3%. Tanto, ma meno della metà delle azioni Enel nel quinquennio. Dunque, in questo caso le seconde si sono rivelate più redditizie.
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Infine, Snam. Le azioni sono aumentate del 4,6%, mentre le cedole distribuite nel lustro ammontano a un totale di 1,166 euro, pari a oltre il 28% dell’investimento. Il rendimento complessivo esitato è stato del 33%. Per contro, il bond 2022, cedola 5% (ISIN: XS0829190585), ha subito un decremento della quotazione dell’1,5%, mentre ha distribuito cedole per un totale di quasi il 22% dell’investimento, rendendo in tutto quasi il 20,5%. Anche in questo caso, meglio sarebbe stato puntare sulle azioni, anziché sulle obbligazioni.
In definitiva, le obbligazioni Telecom hanno battuto quelle di Enel, pur rendendo meno, essendosi rivelate relativamente più convenienti delle azioni dello stesso emittente. Lo stesso dicasi nei confronti dei bond Snam, sia per il discorso della convenienza relativa, sia pure perché hanno reso in assoluto di più.