Buongiorno, le scrivo per avere un consiglio su come comportarmi e quali passi fare. A giugno 2018, l’INPS mi certifica che ho i requisiti per accedere alla pensione come lavoratore precoce e usuranti il 28 dicembre mi arriva la lettera con la decorrenza della pensione (settembre 2018), faccio regolare domanda di pensione e do le dimissioni dal lavoro con decorrenza il 31 gennaio 2019, il 20 febbraio l’INPS mi invia la lettera con l’accoglimento della domanda di pensione con decorrenza 1 febbraio 2019, il 7 marzo mi vengono accreditati i mesi di febbraio e marzo, il giorno 6 marzo però ricevo una telefonata che mi chiede di passare dalla sede inps per comunicazioni li vengo informato che per un errore nella valutazione la mia pensione verrà revocata. L’errore sarebbe che come conducente di tram non rientro tra i lavoratori usuranti così io per un errore di valutazione dell’INPS sono disoccupato non potendo chiedere nemmeno la disoccupazione in quanto ho dato le dimissioni volontarie come posso agire penso di aver subito un grave torto.
Purtroppo ho cercato ma non ci sono precedenti normativi come il suo.
L’INPS prima di liquidare la sua pensione ha fatto tutti gli accertamenti necessari e le ha mandato anche la certificazione dei requisiti di accesso e la lettera di decorrenza del trattamento pensionistico successivamente alla quale lei ha presentato dimissioni.
Le sue dimissioni, quindi, sono state una conseguenza di quanto comunicatole dall’INPS erroneamente.
L’INPS ha avuto quasi un anno per accertare i suoi requisiti di precoce e usurante e non può assolutamente accorgersi che non le spetta una pensione liquidata solo dopo la liquidazione della stessa che l’ha portata a dare le dimissioni.
Il mio consiglio, quindi, è quello di consultare quanto prima un avvocato del lavoro anche tramite patronato e agire per vie legali contro l’Istituto poiché non solo ha subito un grave torto ma anche un gravissimo danno economico e morale.