A fine marzo l’Unione europea ha approvato la direttiva antiplastica, al fine di limitare il suo utilizzo all’interno dei Paesi Ue. Sono trascorsi soltanto pochi giorni, ma le critiche dirette contro l’Unione aumentano. Infatti, nella lista delle plastiche vietate e in quella delle plastiche ammesse vi sono delle profonde incongruenze. Ad esempio, non potranno più essere prodotti piatti di plastica (eccetto quelli biodegradabili), dall’altra parte però continueranno ad essere ammessi i bicchieri. Un’ulteriore contraddizione è riscontrabile nel numero di plastiche vietate e ammesse, con quest’ultime che rappresentano la maggioranza.
Plastiche vietate
Il Sole 24 Ore, nell’approfondimento a cura del giornalista Jacopo Giliberto, ricorda quali sono le plastiche vietate e ammesse nella direttiva antiplastica dell’Unione europea. Di seguito le plastiche che saranno messe al bando in Europa a partire dal 2021:
- cannucce
- bastoncini per palloncini gonfiabili
- palette per i cocktail
- contenitori di polistirolo espanso per alimenti
- sacchetti di plastica osso-degradabile
- bastoncini cotonati
- posate e piatti di plastica
Come spiegato nel paragrafo introduttivo, se la plastica è biodegradabile il divieto è nullo. Ad esempio, qualora il piatto sia realizzato in plastica compostabile potrà essere ancora realizzato e venduto.
Plastiche ammesse
Coloro che in questi giorni hanno criticato in maniera aspra la direttiva dell’Unione europea sottolineano come la plastica ammessa rappresenti una percentuale nettamente maggiore rispetto alla lista della plastica vietata.
Di seguito una sintesi dei prodotti in plastica che potranno continuare a essere commercializzati anche dopo l’entrata in vigore della direttiva, attesa per l’inizio dell’anno 2021.
- sacchi per l’immondizia
- flaconi di shampoo
- cialde del caffè
- tubetti del dentrificio
- bottiglie d’acqua minerale
- flaconi detersivo
- cerotti
- contenitori pastiglie
- buste alimenti
- bottiglie bevande dolci
- confezioni dello yogurt
- bottiglie di ammoniaca e candeggina
Come è facile notare, a fronte di alcune plastiche usa e getta vietate, ce ne sono molte altre invece ammesse.
Principali cause d’inquinamento dei mari
La direttiva antiplastica Ue si prefigge lo scopo di difendere gli oceani dalla presenza di plastica. Ci sarebbe però un problema di fondo: secondo le analisi indipendenti di Helmholtz Zentrum e Hochschule Weihenstephan-Triesdorf, citate come fonti dal Sole 24 Ore, il 90 per cento della plastica presente in mare arriva dai principali 10 fiumi del Sud America, dell’Asia e dell’Africa, fra cui l’Indo, il Nilo e il Gange.
Leggi anche: Grandi multinazionali dichiarano guerra ai rifiuti in plastica: investimenti per 1,5 miliardi di dollari