Pensione in Portogallo, da solo prima e con famiglia dopo: quali limiti o ostacoli?

Trasferirsi in Portogallo: quali dubbi prima di partire? Che cosa bisogna sapere e considerare?
5 anni fa
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Sempre più persone scelgono il Portogallo per trasferirsi all’estero per la pensione. E’ una scelta che viene maturata per diversi motivi ma non significa che non ci siano dubbi o paure.

Riportiamo a titolo di esempio l’email di un lettore, ex dipendente privato oggi in pensione, che sta valutando di trasferirsi in Portogallo:

La disturbo per avere da Lei un parere riguardo la possibilità di trasferimento in Portogallo per godere delle agevolazioni fiscali presenti nel paese. La ringrazio in anticipo per la sua disponibilità , premesso che sono in pensione da quasi due anni da ex lavoratore dipendente non statale, penso comunque sia necessario passarle alcune informazioni riguardo il mio attuale stato familiare, sono sposato e ho due figli a carico di 21 e 17 anni mia moglie lavora part time e ne avrà ancora per un paio di anni per maturare la minima . La mia pensione e’ di Euro 2800 netti al mese. L’idea sarebbe di trasferirmi in Portogallo in un primo tempo da solo e poi in seguito farmi raggiungere dalla famiglia.Quali potrebbero essere vincoli ed ostacoli che potrebbero compromettere l’ operazione?

I vantaggi della pensione in Portogallo per i pensionati italiani del settore privato

Ci siamo già occupati dei vantaggi sotto il profilo fiscale della vita da pensionati in Portogallo.

Riassumendo le disposizioni dell’Inps contenute nella circolare n. 176 del 1999 (ma ancora valida sebbene datata) vige tra Italia e Portogallo la convenzione per tassazione esclusiva nel Paese della residenza in modo da evitare la doppia imposizione. Ma in più in Portogallo, grazie ad un accordo con il Fisco Italiano, per i primi dieci anni si può ricevere la pensione esentasse.

Aldilà di questo a spingere molti verso la scelta di questa destinazione può concorrere anche il clima, il costo e la qualità della vita.

Trasferirsi in Portogallo senza problemi e brutte sorprese

Visto che il lettore che ci ha scritto lavorava nel comparto privato, può tranquillamente usufruire di queste agevolazioni fiscali.

Ricordiamo però che onde evitare contestazioni dell’Agenzia delle Entrate, occorre dimostrare di avere la residenza effettiva all’estero per un periodo superiore ai sei mesi annui e il domicilio o dimora in Italia per un minimo di 183 giorni nell’arco di un anno. Altra condicio sine qua non è la cancellazione dall’Anagrafe della popolazione residente e l’iscrizione all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero da presentare al consolato italiano entro tre mesi dal trasferimento in Portogallo (o altra destinazione).

Appare doveroso ricordare anche che, per evitare la fuga dei pensionati italiani all’estero, il governo ha studiato una contromisura che prevede per chi si trasferisce al sud e nelle isole, in particolare in comuni con al massimo 20 mila abitanti, una tassazione al 7% per i primi cinque anni e l’esenzione dall’Ivafe (l’imposta di bollo sui prodotti finanziari detenuti all’estero). Per maggiori informazioni su può leggere questo link.

La decisione quindi resta personale ma, in linea di massima, si può partire, se lo si vuole veramente, senza troppe preoccupazioni. Esistono anche agenzie in loco gestite da italiani che aiutano i meno esperti o semplicemente chi vuole stare più tranquillo nel seguire le pratiche della burocrazia italiana. Molti, ad esempio, ignorano che si può richiedere l’assistenza sanitaria in Italia e la riassegnazione del medico di base di sei mesi in sei mesi. E’ anche vero che, secondo le testimonianze di molti pensionati che si sono già trasferiti in Portogallo, la sanità portoghese, è di buon livello tanto che non pochi decidono di ricorrere a questa.

Altra nota per non incorrere in spiacevoli sorprese: chi prende la «residenza non abituale» in Portogallo è tenuto ugualmente a presentare la dichiarazione al fisco italiano se ha redditi di altro tipo in Italia  (pensiamo ad affitti, proprietà immobiliari, titoli etc.) tramite modello redditi PF.

Analogo discorso vale per il versamento delle addizionali comunali e regionali, dovute con l’Irpef solo nell’anno del trasferimento. La dichiarazione dei redditi dovrà essere presentata ogni anno anche in Portogallo, anche se non si pagano le tasse. Attenzione perché in caso contrario si perdono le agevolazioni fiscali.

Ultimo appunto: con il trasferimento all’estero si perdono eventuali riconoscimenti erogati in Italia a titolo di assegni sociali e indennità d’invalidità. Chi ne è beneficiario quindi potrebbe rivedere la convenienza fiscale del trasferimento all’estero.

Speriamo che la panoramica possa essere di aiuto sia al lettore che ci ha scritto che ad altri utenti che stanno valutando la possibilità di trasferirsi per la pensione in Portogallo.

Vi invitiamo a leggere anche:

Pensione in Portogallo o in Marocco? Punti in comune e differenze

Pensione in Portogallo: attenzione alle truffe pensionati

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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