Si aspettavano, in molti casi per disinformazione, di ricevere 780 euro euro al mese e invece metà dei beneficiari si sono dovuti accontentare di un importo per il reddito di cittadinanza inferiore a 500 euro al mese; uno su quattro non arriverà a 300 euro di ricarica al mese. Se da un lato quindi il report Ocse continua a sostenere che gli importi del reddito di cittadinanza siano troppo alti rispetto agli stipendi medi dagli italiani, dall’altro chi ha ricevuto il sussidio è rimasto spesso deluso, soprattutto a fronte del rischio di controlli e dell’impegno a rispettare le regole che questo comporta.
Reddito di cittadinanza: importo troppo alto o troppo basso?
L’analisi Ocse si basa sull’importo massimo che può essere erogato a titolo di RdC e sui criteri di calcolo. Il rischio, si legge nel rapporto, è che il sussidio possa essere un disincentivo alla ricerca di un lavoro. Ma la realtà mostra una tendenza diversa, per certi versi opposta: tra coloro che sono risultati beneficiari del reddito di cittadinanza, oltre 130 mila si sono già attivati per la rinuncia. Il motivo? L’importo basso, in alcuni casi sotto i 100 euro al mese. Una cifra che renderebbe controproducente secondo alcuni esporsi ai controlli e accettare le regole del patto di lavoro.
“A incidere su questo ridimensionamento -commentano Alberto Brambilla e Natale Forlani, autori dell’analisi- possono aver contribuito, soprattutto per le regioni del Nord e del Centro, le restrizioni previste per l’accesso dei cittadini extracomunitari, molto presenti in queste regioni“.
C’è anche chi, pur avendo potenzialmente i requisiti per il reddito di cittadinanza, per “paura che lo Stato scopra quelli che fanno lavoro irregolare o che percepiscono da Stato, Regioni e Comuni delle provvidenze che potrebbero essere tolte in caso di verifiche” si è trattenuto dal fare domanda per il sussidio.
Queste anomalie della misura così ristrutturata rischiano di trasformarla in una trappola? Secondo Alberto Brambilla e Natale Forlani “Nel medio periodo, se non verranno introdotti nel frattempo degli adeguati correttivi, si potrebbe persino prefigurare un’anomala attrazione verso i sussidi del reddito di cittadinanza per i lavoratori attualmente occupati a termine e con basse remunerazioni. In poche parole, la politica attiva del lavoro così concepita, anziché favorire l’incontro tra la domanda e offerta rischia di trasformarsi in una trappola permanente della condizione di disoccupazione“.
Come fare domanda di rinuncia per il reddito di cittadinanza?
Soltanto al 16% dei richiedenti ad oggi ha ottenuto un importo superiore ai 750 euro. Di fronte allo scenario che si è creato i Caf testimoniano di aver ricevuto molte richieste di rinuncia al sussidio da parte di chi aveva appena presentato domanda e attendeva l’esito con il responso Inps. Il governo non aveva previsto un iter per fare rinuncia (aldilà del caso in cui non sussistono più i requisiti ovviamente). Per questo si sta studiando un apposito modulo in modo da ammettere questa possibilità tutt’altro che marginale.
Ce l’eravamo già chiesti in questo articolo:
Importo basso, conviene accettare il reddito di cittadinanza?