Se tutto andrà bene quest’anno (si fa per dire!), l’Italia concluderà il decennio con una crescita reale del pil del 2,3%, la media dello 0,2% all’anno. Sono dati di una stagnazione “glaciale”, ma quel che è peggio, arrivano dopo un progressivo e lento spegnimento della crescita economica, che va avanti ormai da diversi decenni, come vi dimostreremo anche graficamente. L’Italia visse il suo miracolo economico negli anni Cinquanta e Sessanta, quando si trasformò da una nazione agricola e semi-distrutta dalla guerra a una potenza industriale al pari di concorrenti come Germania, Francia e Regno Unito.
E’ crisi del sistema, così rivive il 1992 con 25 anni di stagnazione alle spalle
Negli anni Sessanta, il pil crebbe alla media annua – che oggi definiremmo “cinese” – di ben il 6,2%. Era naturale che fosse così, pur non scontato, in quanto l’Italia doveva ancora costruire il suo benessere. Nello stesso decennio, la Germania crebbe al ritmo medio annuo del 4,4%. Negli anni Settanta, il divario tra le due economie rimase in nostro favore: +4% contro +3,2%. E per i nostalgici degli anni Ottanta, anche quel decennio si concluse in vantaggio per l’Italia, la cui economia si espanse del 2,5% medio all’anno contro l’1,9% della Germania. Fu l’ultima volta che accadde. Da allora, nessuna delle due è cresciuta a ritmi entusiasmanti, ma certo è che i tedeschi hanno continuato a camminare, pur zoppicando a tratti, mentre noi italiani ci siamo praticamente fermati.
Finito il miracolo, arrivata la maledizione
Negli anni Novanta, il pil tedesco è aumentato del 2,2% medio, quello italiano dell’1,5%. Fu il decennio dell’inizio del risanamento fiscale e del disinflazionamento dell’economia, dopo la sbornia degli anni Ottanta e un ventennio all’insegna di tassi d’inflazione a lungo a doppia cifra e superiori alla media delle economie avanzate. Quel che non sapevamo, però, è che il peggio dovesse ancora arrivare.
Nell’ultimo decennio, quello ancora in corso, le cose per noi sono andate ancora peggio: +0,2%, come sopra detto, contro il +1,8% della Germania. Ora, non è questione di derby, quanto di un declino, che ha assunto proporzioni preoccupanti. Di decennio in decennio sin dagli anni Sessanta, infatti, è come se il tasso di crescita quasi si dimezzasse senza sosta, fino ad essersi del tutto spento negli ultimi anni. In pratica, finito il periodo del boom post-bellico, legato allo sviluppo industriale della nostra economia, non siamo stati capaci come sistema-Paese di crescere, se non a colpi di debito pubblico e di inflazione. Alla firma del Trattato di Maastricht nel 1992, ci presentavamo con il primo a livelli tripli della Germania e avendo cumulato nei due decenni precedenti una crescita dei prezzi di oltre il 300% più alta. Finite le due bolle, l’economia italiana si è fermata e nulla ci lascia intendere che siamo prossimi a una inversione di tendenza.
Come la Germania fregò l’Italia anche con la lira negli anni Ottanta