Il telefono aziendale è tra i benefit più graditi dai dipendenti oggi e anche tra quelli più comuni. Ma non tutti sanno che non è gratuito come si potrebbe pensare. In caso di uso promiscuo si possono pagare tasse in busta paga. Non ci credi? Prendi la tua busta paga e controlla quello che ti spieghiamo nel paragrafo che segue.
Si pagano le tasse sul telefono aziendale?
Non solo i redditi da lavoro in senso stretto ma anche i benefit, a titolo diverso, rientrano nella tassazione delle somme da lavoro dipendente.
La regola però vuole che il dipendente non sia autorizzato all’uso del telefono aziendale per scopi personali e, se lo fa, incorre in un richiamo disciplinare per inadempimento. In questo caso, pertanto, non sembra ci siano gli estremi per l’applicazione della tassazione come fringe benefit in busta paga, tranne che nel caso in cui il telefono mobile aziendale venga usato dal dipendente anche per finalità che non riguardano l’ esercizio dell’ attività lavorativa.
Quando allora si pagano le tasse sul telefono aziendale? In teoria la tassazione potrebbe scattare esclusivamente nell’ipotesi in cui il datore dia la concessione del telefono anche per scopi privati misurandone quanto sulla base del traffico chiamate e dati.
Alcuni esempi pratici ci aiutano a capire meglio:
- Telefono aziendale uso promiscuo: se c’è un modo di conteggio analitico per tracciare le telefonate fatte dal dipendente per fini personali, allora questa quota potrà essere tassata in busta paga. Se non ci sono metodi precisi per separare chiamate aziendali e personali, si applica la presunzione al 50% e 50%. Quindi la metà del canone sarà tassata in busta paga come fringe benefit.
- Telefono aziendale con doppia scheda: se il datore di lavoro paga solo la scheda aziendale inserita in uno smartphone con doppia SIM, il dipendente non subirà la tassazione in busta paga per l’uso della scheda personale pagando individualmente il traffico telefonico e dati.