I pensionati Inps possono chiedere prestiti a valere sul proprio cedolino pensione. Come noto dal 2007, per i titolari di pensione, è possibile ottenere presso banche ed enti accreditati una anticipo di denaro per spese che possono andare dall’acquisto di un elettrodomestico alla ristrutturazione dell’appartamento o all’acquisto di un’auto, utilizzando fino a un quinto dell’importo mensile dell’assegno pensionistico (cessione del quinto). L’addebito delle rate da rimborsare avviene in automatico sull’assegno mensile della pensione e gli interessi vengono applicati dall’istituto di credito erogatore del prestito.
Prestito pensionati e cessione del quinto, convenzione Inps 2019
I tassi d’interesse applicati per l’erogazione dei prestiti ai pensionati sono stabiliti da una convenzione fra Inps e società finanziatrici e vengono aggiornati periodicamente. L’ultimo aggiornamento è dello scorso dicembre 2018 per i prestiti relativi all’anno 2019 (messaggio Inps n. 4621 del 10/12/2018) con cui vengono aggiornate le disposizioni per la “cessione del quinto”. Recependo altresì l’entrata in vigore del GDPR (il regolamento europeo sul trattamento e la circolazione dei dati personali). Questo per evitare che le banche o i soggetti che prestano i soldi ai pensionati possano applicare arbitrariamente tassi d’interesse sulle rate da rimborsare che non siano in linea con i tassi di mercato. Anzi, la convenzione Inps stabilisce che i prestiti ai pensionati in convenzione vengano concessi a tassi più favorevoli. Tasso e rata restano fissi.
Prestiti ai pensionati Inps, tutti i costi di istruttoria
Oltre al tasso d’interesse (TAEG) sulla rata mensile di pensione che verrà trattenuta dall’Inps per essere girata alla società finanziaria erogatrice del prestito, il pensionato dovrà comunque mettere in conto le spese di istruttoria, le imposte di bollo, l’assicurazione e i costi di gestione che normalmente la banca o l’ente finanziatore computa nella somma totale da prestare.