Buoni fruttiferi postali: ecco quando gli interessi cessano di essere fruttiferi e la prescrizione

Ecco le info su quando gli interessi dei buoni fruttiferi postali di Poste Italiane cessano di essere fruttiferi e la prescrizione.
5 anni fa
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Il buono fruttifero postale 4x4 prende il posto del buono per Ripartire. Calano, però, tutti i rendimenti.

Gli italiani scelgono sempre più spesso i buoni fruttiferi postali come prodotto di investimento. Questo perché sanno che tali titoli sono un prodotto garantito dallo Stato Italiano e che inoltre è possibile richiederne il rimborso in ogni momento. Non hanno poi spese a parte gli oneri fiscali ed una tassazione agevolata al 12,50%. Detto ciò, ecco quando gli interessi cessano di essere fruttiferi e quando si verifica la prescrizione.

Bfp: le informazioni principali sulla sottoscrizione

I bfp cartacei possono essere sottoscritti e rimborsati in qualsiasi ufficio postale italiano.

Il rimborso può avvenire a vista, però, soltanto negli uffici in cui sono stati emessi. Qualora esso verrà richiesto in una sede diversa, infatti, si dovranno attendere quattro giorni lavorativi per i dovuti controlli. Si ricorda che il capitale che si è investito sarà sempre rimborsato in contanti (in base ovviamente alla disponibilità delle casse) oppure in modi alternativi. Parliamo dell’accredito su conto corrente BancoPosta o Libretto di risparmio postale o mediante vaglia circolare.

Per quanto concerne quelli dematerializzati essi saranno sottoscrivibili e rimborsabili presso gli uffici postali. Inoltre, se la tipologia scelta lo prevede anche mediante il sito web di poste.it o risparmiopostale.it. Per poter sottoscrivere tale tipologia di buoni sarà necessario essere titolari di un libretto di risparmio postale o conto corrente postale in quanto fungerà da conto di regolamento.

Quando gli interessi cessano di essere fruttiferi e la prescrizione

I buoni fruttiferi postali di Poste Italiane diventano infruttiferi a partire dal giorno seguente alla data di scadenza naturale del titolo. Poste, però, comunica che per quanto riguarda quelli ordinari emessi fino al 27 dicembre del 2000 essi resteranno fruttiferi fino a che non si raggiungerà il trentesimo anno solare successivo a quello in cui essi sono stati emessi.

I buoni postali cartacei si prescrivono dopo dieci anni dalla data di scadenza del titolo.

Che significa ciò? Ebbene, quanto il buono viene prescritto in automatico non si può più chiedere il rimborso del capitale investito e degli interessi.

Si ricorda che per quelli emessi fino al 13 aprile del 2001 la prescrizione è a favore del Mef mentre l’importo di quelli emessi dopo tale data è versato al fondo istituito presso il Mef. Poste ricorda infine che i bfp dematerializzati, invece, non potranno cadere in prescrizione in quanto alla scadenza esse verranno rimborsati. L’importo, infatti, verrà accreditato in automatico sul conto di regolamento dell’intestatario.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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