Naspi con Partita Iva: quando si riduce l’importo dell’indennità di disoccupazione?

Cosa accade ai percettori di Naspi se sono titolari di una Partita Iva? Vediamo come ci si deve comportare.
5 anni fa
1 minuto di lettura
Buongiorno,
posseggo una partita Iva che non utilizzo, infatti il mio reddito per l’anno 2019 è pari a 0. Potrei sapere in quale percentuale mi verrà ridotta la Naspi e se mi conviene chiuderla per percepirla per intero?
Grazie mille.
L’indennità di disoccupazione Naspi viene sospesa o ridotta solo nel caso che il beneficiario abbia dei redditi derivanti da lavoro dipendente o autonomo (al di sotto dei limiti stabiliti per la conservazione della Naspi). Se, pur avendo una partita IVA, non vi sono redditi percepiti il problema non si pone.
Per i lavoratori autonomi, e quindi per i possessori di partita IVA, la riduzione della Naspi, riguarda le situazioni di svolgimento di attività, da parte del beneficiario dell’indennità di disoccupazione di attività lavorativa da cui derivi un reddito inferiore al limite di conservazione dello stato di disoccupazione. In caso di attività lavorativa con Partita Iva, infatti, l’interessato deve obbligatoriamente comunicare all’INPS, il reddito derivante dalla stessa e l’indennità, a quel punto, viene ridotta di un importo del 80% dei presunti redditi percepiti per il tempo dell’inizio e della fine dell’attività.
Nel suo caso, quindi, non derivando dall’attività di lavoro autonomo nessun reddito l’indennità di disoccupazione non subirà decurtazioni di sorta anche se, in ogni caso, dovrà comunicare all’INPS di essere titolare di Partita Iva i cui redditi presunti sono, appunto, pari a 0, essendo l’attività ferma.
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