Assumere una badante convivente fa perdere il diritto all’esenzione del canone Rai. A fare chiarezza sul punto è l’Agenzia delle Entrate, in risposta n.242 all’interpello di un’anziana che chiedeva il riconoscimento dell’esenzione del pagamento del canone Rai. La donna, avente un reddito personale inferiore a 8.000 euro l’anno, riceve assistenza da una badante convivente, regolarmente assunta e retribuita in parte con la pensione e in parte grazie al piano Home Care Premium Inps e all’aiuto dei figli.
Esenzione Canone Rai: chi convive la perde
Con la risposta all’interpello, l’Agenzia delle Entrate richiama le disposizioni della circolare n.46/2010. E’ espressamente previsto che chi beneficia dell’esenzione sul canone Rai «non deve convivere con altri soggetti diversi dal coniuge» che siano titolari di un reddito proprio. O meglio: il limite di reddito massimo da non superare in questo caso tiene conto anche di quello del convivente.
Certo la situazione è particolare, il che potrebbe portare a pensare che ci sarebbe bisogno di una previsione ad hoc per non rischiare di alimentare indirettamente il lavoro in nero di colf e badanti conviventi. L’interpretazione letterale della normativa però porta ad escludere il diritto all’esonero dal canone Rai.
Prima del decreto del 16 febbraio 2018 anzi, la soglia di reddito massimo era fissata a 6.713,98 euro. Ora è di 8 mila euro.
Riportiamo, per completezza di informazione, anche i requisiti per avere diritto all’esonero del canone TV, previsti espressamente dalla legge n. 244/2017:
- età non inferiore a 75 anni compiuti entro il termine per il versamento dell’abbonamento RAI (31 gennaio e 31 luglio di ogni anno);
- non convivere con altri soggetti, fatta eccezione per il coniuge (o dal soggetto unito civilmente), titolari di un reddito personale;
- dichiarare un reddito annuo che, sommato a quello del proprio coniuge (o del soggetto unito civilmente) non vada oltre gli 8.000 euro stabiliti.
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