E’ partita ufficialmente la campagna antievasione del fisco. Grazie al risparmiometro, l’Agenzia delle Entrate sta passando al setaccio i conti correnti di società, ditte individuali e tutti i titolati di partita iva i cui saldi contabili presentano scostamenti significativi con le dichiarazioni reddituali. Nel mirino anche le singole movimentazioni di denaro e in particolare i versamenti e i prelevamenti di contanti di un certo importo e con frequenza.
Il provvedimento dell’8 agosto 2019
Sotto esame sono le dichiarazioni dei redditi del 20169 e 2017 e i relativi movimenti bancari.
Un contribuente su tre a rischio accertamento
Secondo le prime indiscrezioni trapelate, un contribuente su tre è sospettato di evasione e uno su cinque potrebbe essere passibile di accertamento entro i prossimi mesi da parte dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema di controlli antievasione è ancora in fase di sperimentazione, ma già s’intravvedono i primi riscontri ai quali seguiranno poi, all’atto pratico, le comunicazioni e le richieste di collaborazione ai contribuenti. Il meccanismo alla base del redditometro è quello di stimare le spese medie di ogni contribuente e di confrontarle con il reddito dichiarato e capire se le spese effettuate superano i redditi conseguiti.
Le movimentazioni di denaro
Da oggi, quindi, incassare soldi senza l’emissione di relativa fattura sarà sempre più difficile perché quei soldi non potranno essere spesi “regolarmente” e nemmeno depositati sui conti correnti senza adeguata giustificazione che non trovi riscontro nella dichiarazione dei redditi. Lo scontrino elettronico e la fattura elettronica perfezioneranno in tempo reale la rete di controlli che il fisco sta implementando per arrivare a verifiche antievasione con un margine di errore del 10-15% – sostengono gli esperti -.
Il Risparmiometro
Popolarmente viene chiamato risparmiometro il nuovo strumento dell’Agenzia delle Entrate per individuare gli evasori fiscali. Consiste in un algoritmo che permette di individuare discrepanze tra quanto i contribuenti hanno dichiarato al fisco e quanti risparmi hanno sul conto. In caso di anomalie bisognerà fornire adeguata spiegazione. L’obiettivo è scovare chi non ha dichiarato tutti i redditi percepiti, ma anche chi ottiene denaro in nero, dunque sommerso e non dichiarato al fisco. Tuttavia, il rischio è che vengano considerati anomali anche soggetti in regola, ma che presentano discrepanze con quanto possiedono sul conto corrente magari per regali in denaro ricevuti o per oculate azioni di risparmio.