“Ho chiesto al mio ex marito il consenso per alcune spese specialistiche per nostra figlia. Lui mi ha risposto telefonicamente che era d’accordo. Quando sono andata a presentare fattura questa settimana, però, ha negato tutto rifiutandosi di coprire la sua quota. Ho saputo più tardi che ha perso un grosso affare a lavoro quindi evidentemente ora cerca di tagliare le spese di mantenimento. Può fare così?”
In linea di massima le spese straordinarie per il mantenimento dei figli, quindi, quelle che esulano dall’assegno ordinario, devono essere accordate da entrambi i genitori.
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Consenso sulle spese straordinarie: vale il silenzio assenso?
Il genitore non collocatario che non è d’accordo con le spese straordinarie richieste dall’altro, dovrà esprimere dissenso motivato rispondendo alla richiesta scritta dell’altro (si intendono come tali anche email, sms, chat etc). Il termine di risposta è di 20 giorni. Trascorsa questa richiesta scatta il silenzio assenso quindi la spesa straordinaria si intende accordata.
Spese straordinarie di mantenimento: entro quando vanno pagate?
Esiste anche un termine entro il quale la spesa straordinaria, concordata e documentata, va saldata al genitore che ha anticipato l’importo.
Il rimborso pro quota spetta entro un mese dalla presentazione dei documenti che certificano la spesa.
Conclusioni: accordo scritto e silenzio assenso
Rispondendo al quesito, quindi, possiamo confermare che il dissenso immotivato e dato ex post non è valido. In tali ipotesi è previsto il silenzio assenso, a patto che la richiesta di accordo fosse stata inviata per scritto (cosa che si consiglia sempre di fare anche in vista di ipotetiche esigenze future). Soprattutto quando si tratta di spese sanitarie, il buon senso per il bene dei figli dovrebbe sempre essere la prima regola.