Quota 100 non funziona. La riforma pensionistica fortemente voluta dal governo Conte, sostenuto da M5S-Lega, che introduce la possibilità per i lavoratori che hanno maturato 62 anni di età e versato almeno 38 anni di contributi, non ha dato i risultati sperati e non ha incentivato il turnover con la creazione di nuovi posti di lavoro.
A sostenerlo con forza è l’ex Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, tornata di scena con la costituzione del neonato governo Conte targato PD-M5S.
Quota 100: abolirla oppure no?
Il neo Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo ha però precisato che quota 100 resterà in vigore fino a scadenza naturale, come previsto dal DL 4/2019. Anche perché il governo, rifacendosi ai risultati divulgati dall’Inps (175 mila prepensionamenti), ha ravvisato un risparmio di 1,5 miliardi di euro nel 2019 rispetto alle previsioni di spesa per via delle minori richieste di prepensionamento. In buona sostanza, quota 100 al momento non sembra destare preoccupazione dal punto di vista della sostenibilità dei conti pubblici e – come ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte – qualche risultato è stato prodotto in termini di uscite anticipate e creazione di nuovi posti di lavoro. Dati confermati anche dal calo della disoccupazione in Italia da parte dell’Istat.
Salvini: giù le mani da quota 100
Più dura la posizione del ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, fautore di quota 100, che avverte l’esecutivo a non modificare il DL 4/2019 contestando aspramente l’operato del governo Monti nel 2011 quando introdusse appunto il taglio delle pensioni (la cosi detta Legge Fornero).