Evasione fiscale: c’è una soglia di tolleranza per piccoli e medi evasori?

Carcere anche per chi evade fino a 50 mila euro e galera fino a 8 anni per i reati tributari più gravi. Tutti i dettagli della riforma contro l’evasione fiscale.
5 anni fa
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La lotta all’evasione fiscale si inasprisce. Aumentano infatti le pene per chi evade o froda il fisco sopra certi importi. Una misura contenuta nel decreto fiscale di cui sta discutendo il governo e che sarà collegato alla manovra di bilancio per il 2020. Una misura, quella del carcere per gli evasori, che si allinea con quanto già previsto negli altri stati europei.

Sostanzialmente la riforma della lotta all’evasione riguarderà anche i piccoli e medi evasori con la revisione delle soglie di punibilità e la pena prevista.

Mentre oggi la soglia di evasione oltre la quale si rischia la denuncia penale è di 150 mila euro (250 mila per il versamento dell’Iva), con la riforma allo studio si dovrebbe scendere di due terzi, fino a 50.000 euro. Contestualmente anche le pene subiranno un innalzamento in base alla tipologia di reato, per le quali chi evade rischia veramente di scontare la punizione in carcere.

Pugno duro contro gli evasori

Insomma, il governo ha intenzione di usare il pugno duro contro gli evasori che in Italia sono ancora tanti e battono la media europea proprio per l’assenza di impunibilità. Anche nel rispetto di chi le tasse le paga regolarmente addossandosi il carico fiscale di chi evade con notevoli aggravi sulla fiscalità generale. Per i grandi evasori sono poi previste anche le confische di beni e la vendita degli stessi per recuperare le somme evase all’erario con procedure più snelle e rapide rispetto a oggi.

Soglie di punibilità e pene per reati fiscali

Ma veniamo ai dettagli. Per quanto riguarda le soglie di punibilità, queste subiranno una modifica sostanziale nei seguenti termini:

  • Per il reato di omesso versamento di ritenute dovute o certificate si scende da 150mila a soli 50mila euro;
  • Per il reato di dichiarazione infedele si passa da 150mila a 100mila euro;
  • Per il reato di omesso versamento dell’iva si scende da 250mila a 100mila euro.

La maggiorazione delle pene

Anche le pene previste, come detto, subiranno un consistente ritocco all’insù.

Per dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture false o altri documenti contabili contraffatti, si passa da un minimo di 1,5 a 4 anni (massimo della pena da 6 a 8 anni). Per dichiarazione infedele, invece, finora punita con una pena da 1 a 3 anni, si arriverà a una pena che va da 2 a 5 anni. Mentre per omessa dichiarazione fiscale si passerà dagli attuali 1,5 anni di minimo e 4 anni di massimo ai 2 anni di minimo e 6 anni di massimo. Per i reati, infine, per i quali è prevista una pena fino a 8 anni di reclusione sarà possibile per il magistrato avvalersi anche delle intercettazioni telefoniche e ambientali.

In Italia, evasione fiscale record

Insomma dal 2020 sarà sempre più rischioso evadere. Del resto la stretta sull’evasione fiscale è invocata da più parti anche perché i numeri che affliggono il nostro Paese sono da brividi: nel 2018 le stime del Mef portano a oltre 107 miliardi di euro evasi e l’Italia si conferma come il Paese a più alto tasso di evasione in Europa. Una cifra spaventosa che da sola potrebbe risanare il bilancio pubblico e alleggerire la pressione fiscale italiana, oltre a consentire manovre economiche più espansive e maggiore aiuto alle persone in difficoltà. Per farci un’idea dobbiamo pensare che l’intera spesa pubblica per la sanità, in un anno, ammonta circa a 118 miliardi di euro. O che i 107 miliardi dell’evasione sono una cifra 33 volte più grande dei fondi destinati alla ricostruzione dopo i terremoti. O ancora, che con la quantità di denaro che ogni anno viene evasa si potrebbe pagare per ben due volte tutte le spese del Ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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