La fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Citroen Automobile si farà. Le due case automobilistiche si sono accordate dopo mesi di trattative e uno stop nei mesi scorsi, che sembrava aver fatto naufragare definitivamente ogni ipotesi di intesa. I due gruppi avranno quote paritarie del 50% ciascuna e che confluiranno in una casa madre con sede in Olanda, sempre più una La Mecca della finanza europea, e non solo, negli ultimi anni. Nascerà così un colosso da 8,7 milioni di auto all’anno, con 170 miliardi di euro di fatturato, 11 miliardi di risultato operativo, 410.000 dipendenti e una capitalizzazione in borsa superiore ai 40 miliardi.
FCA-PSA, l’intesa c’è: si creerà gruppo leader mondiale
Il consiglio di amministrazione sarà composto da 11 componenti, di cui 5 in quota FCA e 5 PSA. L’amministratore delegato dovrebbe essere scelto dall’uno e dall’altro gruppo alternativamente. Si partirà con Carlos Tavares come ceo e John Elkann presidente, per cui per la prima fase a detenere la maggioranza saranno i francesi. In teoria, la famiglia Agnelli per la prima volta perderebbe il controllo del board della sua creatura, sinora mantenuto anche a Detroit tramite la hoding Exor, al 29% di FCA e che nella nuova entità post-fusione scenderebbe chiaramente al 14,5%.
Dividendo da sogno per azionisti FCA
Tuttavia, in borsa a festeggiare sono gli azionisti FCA, mentre quelli PSA se la danno a gambe. Dopo l’annuncio, le azioni del gruppo italo-americano si sono impennate di quasi il 19%, quelle francesi hanno ripiegato del 12%. La capitalizzazione di FCA aumenta così di 3,4 miliardi di euro, arretrando per PSA di 2,5 miliardi. Come mai questo andamento dicotomico? L’accordo prevede che i francesi vendano la quota del 46% detenuta nella società di componentistica Faurecia, che varrebbe sui 2,7 miliardi di euro. Invece, FCA ha annunciato la distribuzione di un maxi-dividendo da 5,5 miliardi e legata proprio alla fusione in itinere.
La cedola, già in sé sostanziosa, si somma ai 2 miliardi già deliberati in via straordinaria per effetto della cessione di Magneti Marelli per 6,2 miliardi e al miliardo di dividendo ordinario. In tutto, saranno 8,5 miliardi ad essere distribuiti per quest’anno, una pioggia di denaro a favore dell’azionariato, che vale più del 39% delle azioni e quasi il 47% rispetto al loro prezzo pre-annuncio. In pratica, chi oggi acquistasse il titolo FCA si porterebbe a casa una tantum un rendimento assicurato di circa il 40% rispetto all’investimento. E’ evidente che esso faccia molta gola.
Fiat Chrysler cresce a settembre in Europa
L’appeal per entrambe le case è accresciuto dalla prospettiva industriale: il colosso automobilistico sarebbe quarto al mondo e beneficerebbe di sinergie per 3,7 miliardi di euro a regime, cioè risparmi sui costi di produzione positivi per restare competitivi in un comparto agguerrito come non mai. E a sorridere sono certamente gli Agnelli, che da questa operazione otterranno un dividendo straordinario di circa 1,6 miliardi e complessivamente di quasi 2,5 miliardi, qualcosa come oltre una volta e mezza il valore di capitalizzazione della loro Juventus a Piazza Affari.