Giorgia Meloni contro l’accanimento fiscale ai danni delle piccole e medie imprese italiane mentre i cinesi restano liberi di non pagare le tasse.
“È più facile andare a chiedere a Mario Rossi se è in regola con le tasse rispetto al signor Ming che apre un negozio, poi lo chiude e sparisce e magari ne apre un altro da una parte. Vallo a prendere il signor Ming… Allora vado dal signor Rossi che so dove sta“. Queste le accuse pronunciate da Giorgia Meloni nel comizio rivolto al Gruppo dei conservatori e riformisti europei a Roma sul tema evasione.
L’intervento della leader di FdI si conclude con la bocciatura del reddito di cittadinanza: “va abolito, serve per la loro paghetta. Caro Di Maio a povertà non l’abolisci con il reddito di cittadinanza ma con i posti di lavoro”. E sulla prescrizione chiosa: “Rinviare sine die la prescrizione o abolirla dopo il primo grado in assenza di certezza sui tempi dei processi significa trasformare l’Italia in una nazione in cui non c’è certezza del diritto. Questo è il tema che continueremo a porre”.
I negozi cinesi non pagano le tasse ecco perché hanno prezzi più bassi: bufala o verità?
Della questione, ci eravamo già occupati riportando la spiegazione del fenomeno data da il Comandante della Guardia di Finanza di Albenga, Coccola che aveva illustrato uno schema abbastanza ripetitivo: nei primi mesi che seguono l’apertura dell’attività, molti imprenditori e negozianti cinesi si comportano in maniera irreprensibile nei confronti del Fisco italiano, battendo scontrini anche per pochi euro di spesa. Le cose cambiano dopo circa un anno e mezzo di attività: il negozio cambia ragione sociale lasciando alla vecchia gestione “un buco di tasse evase impossibile da recuperare”. Le tempistiche di 18 mesi non sono casuali: “Fino ad un anno e mezzo non possiamo fare nulla, perché gli esercenti sono ancora in tempo per versare le somme dovute, quando poi si potrebbe agire dei titolari, spariscono le tracce”.
Una bufala abbastanza diffusa invece racconta una versione diversa: i cinesi non pagano le tasse per i primi 5 anni, poi cambiano nome e continuano così, ogni quinquennio. A ben vedere, dunque, le cose non stanno esattamente così ma non sono neanche troppo diverse. Così impostata, infatti, la fake news lascerebbe intendere che ci sono agevolazioni ufficiali che il Governo riconosce ai negozi cinesi per non pagare le tasse. Non è così. Probabilmente, e come abbiamo visto sopra la statistica lo conferma, non tutti sono diligenti nel pagamento delle tasse. Ma da qui a pensare ad un sistema ufficiale e ammesso di evasione con concorrenza a danno delle attività italiane ce ne passa.
In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.