Tutti a guardare all’oro, quando c’è un metallo che sul mercato costa di più. In pochi ne conoscono l’esistenza, eppure è un materiale divenuto sempre più prezioso per il suo impiego industriale. Parliamo del palladio, che ieri è arrivato alla quotazione record di 2.020 dollari l’oncia, circa il 28% in più rispetto all’oro. Nell’ultimo anno, ha guadagnato il 55%, mentre segna +350% dal 2000. Chi vi avesse scommesso solamente pochi anni fa, oggi si porterebbe a casa lauti guadagni. Ma cos’ha di speciale questo metallo? Fino alla fine degli anni Novanta, trovava perlopiù impiego nel comparto gioielleria.
Prezzi di oro e petrolio su con le tensioni USA-Iran
Se la domanda è esplosa, non lo stesso può dirsi dell’offerta. Essa risulta concentrata in due paesi: Russia e Sudafrica. Insieme, fanno quasi i tre quarti della produzione mondiale, ma le miniere sudafricane esitano estrazioni calanti, mentre le riserve russe si stanno esaurendo, tant’è che l’anno scorso il Ministero per il Commercio e l’Industria di Mosca decise di vietare le esportazioni da inizio maggio a tutto ottobre per reagire all’impennata dei prezzi e forse anche per creare pressioni sull’Occidente, che da anni commina sanzioni contro la Russia sul caso Crimea.
La “bolla” del palladio durerà?
L’eccesso di domanda sta spingendo i prezzi sempre più in alto anche per effetto della classica bolla che si alimenta quando un bene viene percepito quantitativamente scarso. In molti stanno comprando per il facile guadagno che ritengono possano realizzare a distanza di breve tempo rivendendo. Fino a quando potrà durare? Le tensioni di questi giorni stanno facendo del palladio un bene-rifugio del tutto simile all’oro. Inoltre, esse fanno temere una qualche interruzione nelle esportazioni, magari da parte di un paese come la Russia, che da solo incide per il 41% dell’offerta mondiale.
Ad ogni modo, la bolla del palladio non dovrebbe durare in eterno, anche perché il suo impiego sembra destinato alla lunga a trovare minori spazi proprio nel settore automobilistico, dove avanza la tecnologia per tagliare le emissioni inquinanti con non solo i modelli “ibridi”, bensì pure quelli elettrici. Del metallo non si farebbe più lo stesso uso intensivo di questi anni, per cui prima o poi i prezzi dovrebbero sgonfiarsi. Ma questa tendenza riguarderebbe il medio-lungo termine, mentre nel medio-breve l’unica alternativa al suo acquisto sarebbe fare affidamento al riciclo, ma senza nutrirci troppe speranze. Per contro, se le vendite mondiali di auto nei prossimi mesi rallentassero per via della debole congiuntura internazionale (vedi il crollo della produzione in Germania), la pressione sulla domanda si abbasserebbe.
La bolla dei mercati finanziari ci costringe a riflettere su come investire