Controlli su reddito e residenza: occhio a quello che si pubblica sui social

Ostentare ricchezza sui social: attenzione perché il Fisco potrebbe effettuare controlli e scovare evasioni, dichiarazioni dei redditi non conformi e false residenze.
5 anni fa
1 minuto di lettura

L’Agenzia delle Entrate può spiare i post sui social network per effettuare controlli sul reddito e far emergere evasori e discrepanze tra quanto dichiarato e il tenore di vita condotto? La notizia è stata rispolverata di recente, in seguito alla decisione francese di introdurre questa possibilità di controllo fiscale social nella Legge di Bilancio 2020. A ben vedere però, per l’Italia non costituisce una novità: ci sono circolari del 2016 (Circolare Agenzia delle Entrate n. 16/E del 28 aprile 2016) che prevedono questo strumento di controllo fiscale online facendo riferimento generico a “fonti aperte”.

Sono inclusi, quindi, anche i contenuti dei post su Facebook, Twitter e Instagram.

Post su Facebook e Social possono valere come prove in giudizio

I funzionari dell’Agenzia delle Entrate possono quindi fare appello a quanto pubblicato sui social per provare l’evasione fiscale. Del resto anche nelle cause di separazione e divorzio vengono usati spesso come prova i post sui social network. Chi ha l’abitudine di condividere informazioni private sui social, potrebbe sbilanciarsi pubblicando dati sulla propria residenza, sul proprio stato sentimentale o su acquisti costosi non conformi al reddito dichiarato. Anche i dettagli delle foto pubblicate possono fare la differenza in sede di giudizio e costituire indizi di colpevolezza: così l’abbigliamento, i ristoranti frequentati, la casa, l’auto, le vacanze etc. A tal proposito il ministro francese ha spiegato: “Se dici che non sei residente fiscale in Francia ma continui a pubblicare foto su Instagram dalla Francia, potrebbe esserci un problema”.

La differenza tra la normativa d’oltralpe con quanto già accade da noi è che in Francia il controllo fiscale sui social potrebbe diventare automatico e meccanico: è allo studio un software capace di incrociare i dati online facendo emergere gli evasori. In Italia invece, ad oggi, il controllo viene fatto da funzionari quindi prevede l’intervento umano e presuppone che vi siano già dei sospetti di colpevolezza di evasione fiscale.

Un limite all’attuazione di questa norma potrebbe essere imposto dalla tutela della privacy dei dati personale: il rischio è quello di ledere la riservatezza degli utenti. La soluzione potrebbe essere quella di basarsi solo sui post pubblici e non anche con quelli condivisi con un numero limitato di contatti. Impostare questo filtro a tutela della privacy su Facebook potrebbe dunque anche aiutare ad evitare controlli fiscali sui post in bacheca.

 

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Truffa del “SI”: aumentano i casi con la fine del mercato tutelato? Ecco come tutelarsi

Cambio residenza online, ora è possibile: ecco come e in quali comuni
Articolo seguente

Assunzioni Italo treno 2020: nuove selezioni per Hostess e Steward a Milano