C’è un’altra buona notizia riguardante i buoni fruttiferi postali. Un risparmiatore aretino, infatti, è riuscito ad ottenere il reale importo riportato nella tabella posta nel retro dei buoni e non i rendimenti inferiori dichiarati da Poste Italiane. Ha spiegato come si è arrivati a ciò l’avvocato Bufalino.
Un’altra vittoria contro Poste Italiane
Il Collegio di Torino dell’Arbitro Bancario ha dato ragione a sottoscrittori di buoni fruttiferi postali (degli anni seguenti a luglio 1986) a riscuotere gli importi riportati nella tabella dietro i titoli e non i rendimenti più bassi dichiarati da Poste Italiane.
In merito a tale controversia, l’Arbitro Bancario ha affermato la maggioranza di quanto indicato sui bfp rispetto alle modifiche apportate da Poste con il Decreto Ministeriale antecedente alla sottoscrizione dei titoli e “senza che a nulla valesse, a tal fine, il timbro apposto da Poste“. Quest’ultimo, intatti prevedeva gli interessi dovuti soltanto per i primi 20 anni di validità del buono e non parlava degli interessi che dovevano essere corrisposti al risparmiatore per gli ultimi 10 anni.
Potrebbe interessarti: Buoni postali fruttiferi, termini quasi scaduti per l’incasso: incassarli anche con rendimento più basso?
Poste condannata a rimborsare 9.000 euro
Grazie al provvedimento dell’Arbitro Bancario, Poste Italiane ha dovuto rimborsare al risparmiatore i reali interessi previsti dai suoi buoni fruttiferi postali per gli ultimi 10 anni di validità dei titoli e non quelli che erano stati riconosciuti da Poste.
Questa è una decisione importante per tanti titolari di bfp che dopo i 30 anni dalla sottoscrizione si recano alle Poste per chiedere il rimborso dei propri titoli. Proprio per questo l’avvocato Luca Bufalini invita i risparmiatori in possesso di titoli emessi dopo il mese di giugno 1986 di farli esaminare per bene per capire se si ha diritto ad interessi superiori a quelli che Poste vorrebbe erogare.
Leggete anche: Buoni fruttiferi postali: risparmiatrice recupera 8.450 euro di interessi