Prezzi benzina e non solo: l’effetto del coronavirus sulle imprese, chi rischia di più?

Si rischiano ribassi importanti per i prezzi di benzina e diesel a causa del coronavirus ma anche altri settori rischiano.
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5 anni fa
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L’effetto coronavirus inizia a farsi sentire anche per la benzina. L’epidemia che ha colpito la Cina, e che è giunta anche nel resto del mondo, sta preoccupando i produttori di petrolio che temono un crollo dei prezzi. A tal proposito l’Opec sta pensando di anticipare di un mese il vertice che era previsto il 5 e 6 marzo, forse già i giorni 8-9 febbraio e il 14-15 febbraio. 

Prezzi carburante in discesa 

L’impatto economico del coronavirus sull’economia inizia a farsi sentire e riguarda anche i prezzi dei carburanti.

Il rischio è una caduta dei prezzi già a partire dai prossimi giorni. In base ai dati segnalati dal bollettino di Figisc e Anisa Confcommercio, infatti, non sono assolutamente da escludere ribassi importanti di di 0,5-0,7 cent al litro. Questi ribassi vanno ad aggiungersi a quelli già presenti dalla fine della settimana scorsa quando benzina e diesel erano già calate di 1 cent: 1,580 euro il prezzo medio della benzina in modalità self e 1,472 euro per il diesel. 

Le imprese che ci rimettono di più

L’effetto coronavirus, d’altronde, sta colpendo un pò tutti i settori. Basti pensare alla psicosi dei ristoranti e negozi cinesi, praticamente quasi svuotati, senza contare i grandi colossi che hanno deciso di chiudere negozi, punti vendita o la produzione come successo a Starbucks, Toyota e via dicendo.

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Ad avere grattacapi anche le imprese italiane che operano con la Cina. Come scrive Business Insider, riportando le parole di Filippo Fasulo, direttore centro studi per l’impresa della Fondazione Italia Cina (Cesif), bisogna aspettarsi un calo dei consumi e meno produttività che inciderà negativamente sulle imprese italiane. In particolare, a rischiare maggiormente, sono i settori legati alla meccanica strumentale, tessile e abbigliamento, chimica, fino all’alimentare. Le regioni maggiormente interessate, invece, in quanto trainano maggiormente il flusso di scambi sono Lombardia, Emilia Romagna e Toscana.

Filippo Fasulo, immagina anche un calo dei consumi e meno acquisti nei negozi in Cina, soprattutto per il settore tessile e abbigliamento. 

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