Attenti alla truffa del catalogo: come una firma può diventare un salasso

Miete sempre più vittime la truffa del catalogo, che con una semplice firma fa comprare prodotti fino a 9mila euro al malcapitato.
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5 anni fa
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Non ci sono solo le truffe online che spillano soldi tramite phishing o altri tipi di frode. Continuano a mietere vittime anche le truffe nel mondo reale. Ultimamente sta tornando molto in voga la truffa del catalogo che può arrivare a svuotare davvero il portafoglio. Ne ha parlato di recente Business Insider.

Attenti a chi bussa alla porta

Si tratta della consegna a domicilio dei cataloghi, in cui basta una firma per ritrovarsi a spendere anche 9mila euro. Ne ha parlato alla testata Fabio Galli, avvocato per Codacons.

Solitamente eravamo abituati alle truffe telefoniche, quelle del Sì tanto per fare un esempio, fino alle truffe online che rubano dati personali e numeri di carta di credito. In realtà tra le più pericolose ci sono anche quelle in cui un un sedicente addetto bussa alla porta di casa con la scusa di mostrare cataloghi o proporre allettanti sconti. E non si tratta solo di truffe legate alle bollette luce e gas o l’Adsl.

Come funziona la truffa del catalogo

Spesso i truffatori bussano alla porta con la scusa di far vedere il nuovo catalogo di un centro commerciale, le vittime sono anziani, molto spesso, che ingenuamente si lasciano abbindolare. Il malcapitato, infatti, non sa che firmando un semplice foglio che il truffatore farà abilmente firmare, si ritroverà nei guai. Con la scusa di dover dimostrare la consegna del catalogo al proprio superiore, la vittima si ritroverà ad apporre la propria firma su un vero e proprio contratto senza sapere che in quel momento ha comprato prodotti da 3mila a 9mila euro. I truffatori sono anche abili a far saltare il cosiddetto diritto di recesso, che solitamente scade dopo 14 giorni. Infatti fanno passare circa un mese per mandare un altro finito addetto a bussare alla porta della vittima per comunicargli che deve completare l’ordine.

Ovviamente il truffato non ne sa nulla e non potendo poi più nemmeno applicare il diritto di recesso, è costretto spesso a pagare magari una cifra minore, intorno ai 3mila euro, dopo che il secondo addetto emula una chiamata con la società fingendo di andare incontro alla vittima. Dopo il pagamento, i malcapitati si ritrovano con oggetti non desiderati e spesso di cattiva fattura pagati profumatamente.

Gli episodi sono sempre di più purtroppo, noi offriamo aiuto e consulenza alle povere vittime e questa truffa ci sta facendo lavorare tanto” ha detto Fabio Galli a Business Insider, che consiglia di fare attenzione, in quanto non è sempre facile riuscire ad ottenere l’annullamento del contratto.

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