Opzione Donna: si può ridurre la penalizzazione con i contributi nel periodo di cristallizzazione del diritto?

Calcolo assegno Opzione Donna rispetto all'ultimo stipendio: restare a lavoro dopo il perfezionamento dei requisiti conviene o è inutile? Ecco gli effetti possibili.
5 anni fa
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Buongiorno,

mi rivolgo ancora a lei che in passato mi ha risposto più volte in merito a questioni relative a precoci gravosi
(mio marito, finalmente in pensione dal maggio 2019!)

vorrei poter valutare la penalizzazione relativa all’opzione donna, questa volta per me
questa la mia situazione:
nata in maggio 1962, dipendente di azienda privata da maggio 1988, ho riscattato appena assunta i 4 anni di università : ho avuto 3 figli , quindi ho dei periodi figurativi per maternità …
questi  sono esclusi nel computo dei 35 anni necessari?
Nel caso l’opzione sia confermata anche il prossimo anno, avrei i requisiti per aderire (58 anni di età a fine 2020, 36 anni di contributi), ma vorrei sapere in che percentuale  vedrei ridotta la mia pensione rispetto allo stipendio attuale, circa 1950
euro.  Questo è il punto dolente per decidere di aderire.
Se ho letto bene i vostri articoli, si cristallizza la situazione al momento di maturazione dei requisiti, per cui se si va oltre la finestra dei 12 mesi, i contributi che si maturano in questo periodo  hanno valenza per limitare la riduzione?
Grazie per l’attenzione.

Stipendio due mila euro: calcolo penalizzazione Opzione Donna

Partiamo dal calcolo della penalizzazione.
L’applicazione del sistema di calcolo contributivo comporta una penalizzazione del 25 – 30% dell’assegno pensionistico rispetto all’ultima retribuzione percepita dalla lavoratrice che ha fatto domanda.

Versando più contributi si riduce la penalizzazione?

La lettrice ci chiede inoltre se, ad esempio continuando a lavorare oltre il perfezionamento dei requisiti, e dunque una volta cristallizzato il diritto all’opzione donna, è possibile aumentare i contributi e ridurre la penalizzazione.
Lavorare di più ha degli effetti: in primis perché le lavoratrici, aumentando l’età di uscita, potranno contare su un coefficiente di trasformazione del montante contributivo più alto.
Un secondo aspetto da considerare riguarda la data dei contributi.  Se risultano 18 anni di requisiti maturati  entro il 1995, la lavoratrice avrebbe diritto a mantenere il calcolo contributivo fino al 2011.
per chi si trova in questa situazione, il passaggio comporterebbe una decurtazione pesante sul’assegno.
Per approfondimenti si legga anche:

Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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