Non solo smart working: quando il lavoro diventa un’ossessione

Secondo una ricerca di Randstad Workmonitor, il 71% degli italiani risponde ai messaggi anche fuori orario di lavoro.
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5 anni fa
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In questo ultimo periodo si parla molto dello smart working e del lavoro agile. Se nel resto del mondo il sistema appare già ben collaudato, nel nostro paese si è iniziato ad affrontare il tema a causa del coronavirus, che ha obbligato le aziende a far lavorare i dipendenti da casa. Uno studio di Randstad Workmonitor, però, fa luce su quella che si può definire l’altra faccia della medaglia dello smart working, applicabile comunque anche al lavoro in ufficio. 

Sempre connessi, anche dopo il lavoro

Dallo studio, infatti, è emerso che il 71% degli italiani non riesce a resistere alla tentazione di rispondere ad email o messaggi Whatsapp fuori dall’orario di lavoro.

Il 68% di chi risponde, addirittura, lo fa subito senza aspettare. La questione età sembra non incidere visto che anche i dipendenti più anziani sono sempre connessi e pronti a rispondere alle email di lavoro anche fuori orario. Dalla ricerca è emerso che la motivazione dietro a questo comportamento da un lato è identificabile nella voglia di sentirsi aggiornati e coinvolti, dall’altra perché molti lavoratori pensano che le aziende se lo aspettino. Una buona percentuale infatti è convinta che il datore di lavoro si aspetti che il dipendente sia disponibile a lavorare anche fuori orario o comunque che sia ordinario rispondere ai messaggi. 

Una legge sulla disconnessione

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, non è legato soltanto a chi lavora da casa o con la modalità agile, ma anche per i dipendenti che una volta usciti dall’ufficio rispondono ai messaggi anche mentre si trovano in treno per tornare a casa o direttamente dalla propria abitazione. In Francia esiste già una legge sulla disconnessione mentre nel nostro paese se ne parla nell’art.19 della legge 81/2017.

Come riporta Repubblica, Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, ha chiarito che “La norma che abbiamo inserito nel nostro contratto è molto semplice. Stabilisce che non debbano essere fatte telefonate o mandate email ai dipendenti dopo l’orario di lavoro. Abbiamo vietato anche le email perché è vero che in teoria il lavoratore può anche non rispondere, ma è una forma di pressione psicologica. E’ una norma necessaria perché con le nuove tecnologie il nostro lavoro era diventato un inferno totale, arrivavano messaggi e telefonate a qualunque ora per vendere prodotti di qualunque tipo”.

Insomma rispondere ai messaggi fuori dall’orario di lavoro, un fenomeno che si è intensificato con lo sviluppo delle nuove tecnologie, non è affatto necessario, anzi sicuramente sarebbe meglio evitarlo a meno di emergenze conclamate.

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