Coronavirus e mercato immobiliare: perdite fino a 122 miliardi nei prossimi tre anni

Secondo Nomisma, nel 2020, il mercato immobiliare italiano potrebbe vivere un crollo delle compravendite.
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5 anni fa
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Comprare casa

Un altro settore destinato a vivere una crisi drammatica a causa della pandemia da Coronavirus sarà quello del mercato immobiliare. Secondo i dati dell’Osservatorio di quest’anno pubblicato dall’istituto Nomisma, sono previste nei prossimi tre anni perdite fino a 122 miliardi di euro. Soltanto nel 2020 il fatturato dovrebbe subire un ribasso compreso tra i 9 e 22 miliardi di euro. Sempre quest’anno ci si attende anche un crollo dell’erogazione dei mutui, con valori pari a -15 e -30 per cento.

Caduta del mercato immobiliare tra l’8 e il 18 per cento

Luca Dondi, amministratore delegato di Nomisma, ritiene che nel 2020 il mercato immobiliare italiano possa vivere un crollo compreso tra l’8 e il 18 per cento, facendo riferimento al minor numero di compravendite. Tradotto in numeri, Nomisma stima che gli italiani acquisteranno dalle 50 mila alle 120 mila case in meno rispetto allo scorso anno (nel 2019 il numero di compravendite si era attestato intorno ai 650 mila immobili). La spiegazione è semplice: a un dato di disoccupazione in ascesa nei prossimi anni corrisponderà una minore volontà da parte delle famiglie italiane di acquistare casa.

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Il futuro del mercato immobiliare

Oltre al fatto che sempre meno italiani vorranno comprare casa in uno scenario simile (da molti paragonato a quello di una guerra), è previsto anche un dimezzamento degli investimenti immobiliari per la costruzioni di nuove unità abitative, hotel e uffici. Prima del Coronavirus il segmento corporate aveva raggiunto 12,3 miliardi di euro, mentre nel 2020 ci si attende un ribasso fino a 5,8 miliardi, secondo le previsioni elaborate da Nomisma dell’ad Luca Dondi. Situazione diversa, invece, per i prezzi delle case. Come ipotizzato dagli istituti Nomisma e Scenari Immobiliari, il costo del mattone non subirà una diminuzione, seguendo dunque il trend di quanto avvenne nel 2008 in concomitanza con il fallimento di Lehman Brothers.

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