Prestito con garanzia statale anche per chi ha iniziato attività nel 2020

Per chi ha iniziato attività in questi primi mesi del 2020, mancando gli elementi di riferimento per il calcolo del finanziamento concedibile, si ritiene che possa valere un’autocertificazione con il dato dei ricavi relativi al periodi di effettiva apertura dell’attività
5 anni fa
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Il decreto liquidità (Decreto-legge n. 23 del 2020), contenente “Misure per le imprese e in materia di settori strategici, salute, lavoro, termini amministrativi e processuali” ed emanato a fronte del persistere in Italia dell’epidemia Covid-19 per sostenere ulteriormente imprese e famiglie a fronte della conseguente crisi economica e di liquidità che ne è derivata, ha previsto, la possibilità, fino a 25.000 euro di ottenere un finanziamento con la garanzia totale dello Stato. La cifra che verrà effettivamente erogata sarà fino al 25% dei ricavi, come  risultano dall’ultimo bilancio depositato o dall’ ultima dichiarazione fiscale presentata.

In altri termini, il finanziamento con garanzia statale non può essere superiore al 25% dei menzionati ricavi e comunque non superiore a 25.000 euro. Possono accedervi sia imprese che professionisti. Ma cosa accade laddove ad oggi non siano ancora disponibile i citati documenti (bilancio o dichiarazione fiscale)?

Le varie ipotesi

Al riguardo, laddove trattasi ad esempio di attività che al 1° gennaio 2019 erano già in essere, stando al tenore letterale della norma, poiché ad oggi il bilancio riferito al 2019 non è ancora depositato e dato che nessuno ha ancora presentato il Modello Redditi/2020 (anno d’imposta 2019), ne deriva che il dato cui far riferimento è quello risultante da bilancio 2018 (depositato nel 2019) o dal Modello Redditi/2019 (anno d’imposta 2018). Se, invece, trattasi di contribuenti che hanno avviato attività nel 2019, questi non avendo nemmeno disponibile i menzionati documenti riferiti al 2018, allora potranno far riferimento ad altra documentazione idonea o inviare alla banca un’autocertificazione con i dati relativi ai ricavi. Ciò però impone due considerazioni: da un lato tale circostanza comporterà la necessità ora (per avere un dato quanto più preciso possibile) di ricostruire i ricavi/compensi del 2019; dall’altro ci sarà una disparità di trattamento rispetto a chi era già in attività al 1° gennaio dello scorso anno, poiché questi dovendo riferirsi al bilancio 2018 o al Modello Redditi/2019, potrebbe ritrovarsi come parametro di riferimento, ai fini dell’accesso al finanziamento, un volume d’affari più basso rispetto a quanto, invece, conseguito nel 2019 (si ridurrebbe, quindi, l’ammontare del prestito massimo ottenibile).

Occorre poi considerare chi ha iniziato attività in questi primi mesi del 2020. Al riguardo, dalle FAQ presenti sul sito istituzionale del Confcommercio, si evince espressamente che in questo caso in assenza degli elementi di cui sopra “vi è la possibilità di autocertificare i ricavi. Si potranno quindi autocertificare i ricavi relativi al periodi di effettiva apertura dell’attività (ad esempio gennaio e febbraio) e quindi su questa cifra la banca potrà erogare il finanziamento fino al 25% e massimo 25.000 euro”.

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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