Quando si parla di metodo di pagamento tracciabile ci si riferisce in primo luogo al bonifico. Detto questo significa che chi riceve un bonifico entrante per un pagamento deve sempre poter dimostrare da dove provengono i soldi e dichiararli? I bonifici relativi a pagamenti non dichiarati determinano in automatico il rischio di controlli fiscali?
Trasferire i soldi con bonifico: chi rischia i controlli sul conto
Tramite bonifico i soldi escono normalmente da un conto per essere depositati su un altro.
Pensiamo ad un esempio classico: il pagamento tramite bonifico di alcuni interventi fatti in casa per lavori di manutenzione o ristrutturazione. Pagare con bonifico è del tutto lecito anzi, ai fini di eventuali detrazioni previste, può essere consigliato o, in alcuni casi, anche richiesto obbligatoriamente. Che cosa succede però a pagare con bonifico un intervento in nero senza fattura? Rischia anche chi paga o solamente chi riceve l’importo?
In questi casi opera una presunzione di evasione: spetta al contribuente, quindi, giustificare eventualmente da dove provengano i soldi non dichiarati al Fisco. Le ipotesi possono essere diverse. Non necessariamente si tratta di evasione. Pensiamo, ad esempio ad una somma ottenuta per risarcimento (e, dunque, esentasse) a vincite di gioco o eredità (quindi somme già tassate alla fonte) etc. Al di fuori di queste ipotesi eterogenee però, le somme ricevute vanno dichiarate nel proprio reddito e chi non lo fa le occulta al Fisco quindi commette evasione.
Ecco perché, concludendo, i bonifici che si ricevono sul proprio conto corrente devono essere sempre regolari e giustificabili in caso di controlli del Fisco.
Sullo stesso argomento abbiamo scritto anche:
Bonifici al figlio che non lavora: si rischiano lo stesso controlli fiscali?
Controlli fiscali su bonifici da conto a conto: rischia chi invia denaro o chi lo riceve?
Bonifico su conto corrente cointestato: i controlli coinvolgono entrambi?