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Questo quesito sul bonus 110% ci permette di analizzare due aspetti cruciali: il tipo di interventi che rientrano e la capienza fiscale per recuperare la spesa in cinque anni.
Non solo cappotto termico: quali interventi danno diritto alla maxi detrazione del 110%
Il bonus 110% presuppone alcuni specifici interventi di riqualificazione energetica o messa in sicurezza di prime case o condomini ai quali possono poi essere eventualmente abbinate opere gemelle inglobate nella detrazione per i lavori gratis.
Il più citato è il cappotto termico: gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali, come espressamente previsto dal decreto Rilancio, devono interessare almeno il 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. Ma ci sono altri tipi di maxi interventi ipotizzabili: la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con sistemi centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria (tra cui rientrano anche quelli geotermici anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo o a sistemi di microcogenerazione).
Altri interventi di messa in sicurezza o riqualificazione energetica possono essere abbinati a quelli di cui sopra: ad esempio schermature solari, caldaia a condensazione, infissi etc.
Detrazione in 5 anni del bonus 110%: che cosa fare se non basta la capienza fiscale
Il bonus 110% può essere recuperato in rate di eguale importo per cinque anni. Soprattutto se pensiamo ad interventi di importo consistente, però, può capitare che il contribuente non abbia sufficiente capienza fiscale per detrarre l’intera cifra in cinque anni. In tale caso, per non perdere parte del bonus spettante, occorre valutare lo sconto in fattura. Non si tratta infatti di un rimborso spese ma di una detrazione quindi è imprescindibile avere capienza fiscale a meno che, a punto, non si ceda il credito tramite sconto in fattura.
Da sapere, infine, che il contribuente ha l’onere di ottenere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che certifica la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione. Il visto di conformità può essere rilasciato dai soggetti iscritti negli albi dei dottori commercialisti, dei ragionieri e dei periti commerciali e dei consulenti del lavoro o nei ruoli di periti ed esperti tenuti dalle camere di commercio e dai responsabili dei centri di assistenza fiscale.