Il colosso del cemento messicano Cemex ha emesso alla pari sul mercato nuove obbligazioni in dollari per 1 miliardo, nel corso della settimana scorsa. Il bond con scadenza giugno 2027 ha offerto una cedola del 7,375%, inferiore a quella immaginata poco prima del collocamento, quando si parlava di un rendimento in area 8%. Ad essersi occupati dell’emissione sono stati BBVA, Citi, Crédit Agricole e JP Morgan, mentre Bank of America, HBSC, ING e Mizuho hanno agito in qualità di bookrunners passivi.
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Prima dell’emissione, il debito obbligazionario di Cemex ammontava a 6,2 miliardi di dollari, di cui 4,6 miliardi denominato in valuta americana e 1,6 miliardi in euro, a fronte di un indebitamento complessivo a lungo termine di 10,2 miliardi.
La ripresa dell’EBITDA, infatti, quest’anno risulterebbe più lenta di quanto atteso dalla società prima dell’emergenza Coronavirus, a causa del rallentamento globale, che ha ridotto la domanda di cemento nel mondo. Si consideri, poi, che se da un lato Cemex detiene debito per il 92% contratto in valute straniere, dall’altro appena il 35% del suo EBITDA è denominato in valute pesanti. Dunque, i suoi ricavi si hanno perlopiù in pesos e altre valute emergenti, contrariamente alle esposizioni, quasi interamente in dollari, euro, etc. E non si tratta di una buona notizia, specie in una fase come questa, caratterizzata da forti contraccolpi proprio ai danni di valute emergenti come il peso.
Buone prospettive post-Covid-19
Il titolo da poco emesso contiene una clausola, in base alla quale la società si riserva la facoltà di riacquisto delle obbligazioni con 4 anni di anticipo rispetto alla scadenza fissata, vale a dire già a partire tra tre anni. Questo nei fatti costituisce un rischio per l’investitore, che si ritroverebbe eventualmente a godere della lauta cedola per un periodo di tempo inferiore al previsto, esponendosi ai tassi di mercato, che all’atto del riacquisto potrebbero giacere su livelli inferiori a quelli odierni, non consentendogli di reimpiegare i proventi allo stesso rendimento.
Le obbligazioni novembre 2029 e con “call” possibile nel 2024, emesse nel novembre scorso alla pari e con cedola 5,45% (ISIN: US151290BV44), l’altro ieri chiudevano la seduta a una quotazione di 93,27, offrendo un rendimento del 6,71%. Eppure, dai minimi toccati a marzo, hanno recuperato ben il 50% del loro valore, pur rimanendo sotto i livelli di emissione. Analogo il rimbalzo del quinquennale con scadenza gennaio 2025 e cedola 5,70% (ISIN: USP2253TJE03), che sempre l’altro ieri quotava a 98,29 centesimi, rendendo il 6,28% e segnando un rialzo di quasi un terzo dai minimi di marzo. La graduale ripartenza delle economie dopo i “lockdown” dei mesi scorsi sostiene i prezzi, anche perché Cemex è attiva in un segmento di mercato – quello delle costruzioni- molto legato alla congiuntura. E fatto salvo quanto spiegato sopra, non potrà che avvantaggiarsi del ritorno alla produzione del vicino americano, in particolare.