Un “bonus consumi” potrebbe servire a far riprendere l’economia dopo l’emergenza coronavirus? Si pensa alla possibilità di recuperare dalle tasse, portandole in detrazione fiscale, le spese dello shopping. Riguarderebbe ovviamente i generi alimentari ma non solo: il bonus consumi, se approvato, permetterebbe di scaricare anche gli acquisti di vestiti etc. Più in generale si scaricherebbero tutte le voci di spesa al dettaglio.
Detrazione per shopping e spesa: bonus consumi per le famiglie
La proposta è stata lanciata dall’associazione nazionale per l’industria e il terziario (Anpit) che dà voce a quasi 30 mila realtà aziendali.
Non è di facile attuazione tuttavia le potenzialità sono facilmente intuibili perché il meccanismo di base è semplice: se posso recuperare una percentuale di quello che spendo presso supermercati e negozi sarò più propenso a fare acquisti. Per stare nella copertura economica la proposta prevede di fissare un tetto massima alla spesa detraibile, pari a 5 mila euro. La detrazione si applicherebbe a tutte le spese fatte da giugno 2020 e durerebbe per tutto l’anno in corso (salvo proroghe).
Secondo il presidente di Anpit, Federico Iadicicco questo potrebbe contribuire a dare una spinta immediata ai consumi che, nonostante la riapertura e la fine del lockdown, stentano a tornare sui numeri del pre pandemia. Più consumi, del resto, significano per l’Erario maggior gettito fiscale: questo servirebbe in parte a tamponare la spesa per concedere il bonus. Il meccanismo a cui si guarda ricalca in buona sostanza quello delle detrazioni in edilizia. Perché, si chiede Anpit, non applicare lo stesso principio al commercio?
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