Se questo è presumibilmente il tuo ultimo anno di lavoro, significa che hai i requisiti per andare in pensione nel 2021. Che cosa succederà all’assegno? Si percepirà di meno rispetto a quanto sarebbe spettato smettendo di lavorare nel 2020?
Come abbiamo già visto in questo articolo la questione è legata ai coefficienti di trasformazione del montante contributivo. Questo meccanismo, insieme all’adeguamento della speranza di vita, potrebbe penalizzare le pensioni dal 2021, salvo interventi correttivi.
Calcolo pensione: che cosa è cambiato negli ultimi anni
A determinare l’andamento delle pensioni sono tre fattori combinati: il montante contributivo, l’adeguamento all’aspettativa di vita.
La prossima revisione dei coefficienti è in calendario per gennaio 2021. Con il meccanismo applicato dalla riforma Fornero sono agevolate le persone che comunque continuano a lavorare fino a 71 anni. Non è tutto oro quello che luccica però perché, a fronte dell’assegno più alto, scende l’aspettativa di vita. Quindi, mediamente. è vero che l’assegno della pensione è più alto ma se ne godrà per meno anni.
Andare in pensione nel 2021: quanto si perde?
Supponiamo il caso di due persone, con lo stesso montante contributivo, di cui una andata già in pensione e l’altra in procinto di. A confronto, nonostante la situazione uguale di partenza, il primo percepirà una pensione più alta (e per un numero superiore di anni). E’ questo “il peso” dei coefficienti contributivi.
Il Dm del 5 novembre 2019 ha stabilito che i requisiti per la pensione 2021 non subiranno altri adeguamenti visto che la variazione subordinata all’aspettativa di vita è stata arrotondata al primo decimale e, dunque, riportata a zero.