“Sto per raggiungere i requisiti per la quota 100. Vorrei essere sicuro che, aderendo all’uscita anticipata, non vi siano penalizzazioni sull’assegno. Quanto prenderei di pensione se aspetto 67 anni per smettere di lavorare e quanto se andassi in pensione a 62 anni con 38 di contributi?”
Accedendo alla quota 100 si può smettere di lavorare 5 anni prima e andare in pensione a 62 anni invece di 67. La misura, che probabilmente non sarà confermata dopo la sperimentazione, non prevede penalizzazioni. Se però non ci limitiamo al singolo importo mensile della pensione ma analizziamo la situazione in un periodo più a lungo termine, si possono evidenziare alcune penalizzazioni.
In pensione 5 anni prima: si paga l’ammanco di contributi
La pensione più bassa, in altre parole, non dipende strettamente da penalizzazioni sull’assegno. Perché, come abbiamo visto, quota 100 non prevede penalizzazioni. Tuttavia smettere di lavorare a 62 anni invece che a 67 anni, chiaramente, significherà versare 5 anni di contributi in meno. In media si parla di 500 euro in meno (il 21%). Insomma non è una vera e propria penalizzazione, sarebbe improprio definirla tale. Tuttavia l’effetto è lo stesso: si percepisce una pensione più bassa.
Contributi per la pensione: come funzionano i coefficienti di trasformazione
I coefficienti di trasformazione intervengono sul montante contributivo. Questi infatti crescono in rapporto all’età. Supponiamo di avere un certo montante contributivo: avrà la pensione più alta chi ha lavorato per più anni.
Difficile rispondere con più esattezza di questa al dubbio di chi ci ha scritto anche perché non sappiamo a quanto ammonta lo stipendio sulla base del quale si può fare una stima della pensione futura (che sia di vecchiaia o anticipata).
Per approfondire i dubbi sulla penalizzazione Quota 100, leggi le nostre risposte ai quesiti in merito a questa forma di pensione anticipata (disponibili a questo link).