Azioni Kodak a +1.500%, ecco perché comprarle non sarebbe un buon affare

Il titolo della storica società produttrice di rullini e immagini per la stampa è esploso nelle ultime sedute dopo l'ottenimento di un prestito governativo per produrre farmaci.
4 anni fa
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Questa settimana, le azioni della Eastman Kodak Company hanno registrato un’esplosione a Wall Street del 1.500%, ma con punte del +2.100% toccate ieri. Il prezzo del titolo ha chiuso l’ultima seduta a 33,20 dollari, quando al termine della settimana scorsa si attestava ancora a 2,10 dollari. Adesso, la società capitalizza in borsa 1,45 miliardi. In questi giorni, è arrivato l’ok del governo americano per concederle un prestito di 765 milioni con il Defense Production Act, finalizzato alla produzione di farmaci, tra cui l’idrossiclorochina, che il presidente Donald Trump ritiene efficace per la cura del Coronavirus.

 

Il boom a New York ha fatto certamente felice il ceo James Continenza, che possiede 650.000 azioni della società, di cui quasi 100.000 rastrellate negli ultimi mesi a prezzi chiaramente molto più bassi. In effetti, le circa 46.000 azioni acquistate a giugno per 103.000 dollari ieri valevano circa 1,5 milioni, mentre il totale del suo portafoglio risulta accresciuto di una ventina di milioni di dollari solo questa settimana.

 

Un boom sospetto

 

Facile farsi prendere dall’entusiasmo, ma oggi come oggi puntare sul titolo Kodak rischia di rivelarsi una scelta infelice. Per prima cosa, esso è stato oggetto di acquisti speculativi rilevanti da decine di migliaia di utenti iscritti a Robin Hood, la chiacchierata piattaforma di trading online, in cui 43.000 piccoli investitori a metà seduta ieri risultavano avere cliccato per inserire queste azioni nel loro portafoglio, circa 20 volte in più rispetto al secondo titolo più tradato, quello di Actinium Pharmaceuticals.

 

Robin Hood è diventata popolarissima con il “lockdown”, quando ha registrato un boom di iscritti, molti dei quali giovanissimi, intenti a passare il tempo in casa “giocando” in borsa. Il punto è che molti dei suoi traders non sembrano essere sufficientemente esperti per operare in borsa con la dovuta diligenza. Il caso di un ventenne suicida ha posto di recente l’accento proprio su questo fenomeno di trading improvvisato e dalle conseguenze potenzialmente drammatiche.

 

Opzioni “bull spread put”, come funzionano e perché un trader di 20 anni si è suicidato

 

Al di là di queste riflessioni, Kodak non si rivela da decenni capace di raccogliere la fiducia degli investitori. La società di Rochester e fondata nel lontano 1888 è andata in bancarotta nel 2012, quando dovette portare i libri in tribunale, non essendo stata in grado di superare la sfida lanciata al suo business tradizionale dall’avanzata della foto digitale. E dire che negli anni Settanta era stata all’avanguardia, quando aveva cercato di puntare sulla foto istantanea, sebbene Polaroid la denunciò per un presunto furto della tecnologia.

 

I trascorsi deludenti

 

E non è la prima volta che Kodak cerca di diversificare il suo business. Nel 1988, rilevò per 5,1 miliardi Sterling Drug, una società farmaceutica, attraverso la quale sperava di mettere a frutto le sue competenze in ambito chimico, acquisite in decenni di attività nel comparto dello sviluppo delle immagini. Senonché, 6 anni più tardi spezzettava la controllata per rivenderla per 2,93 miliardi, non essendo stata capace di raggiungere l’obiettivo. Perché stavolta dovrebbe essere diverso? Anzitutto, la produzione di farmaci generici non è detto che si riveli così conveniente, né che abbia successo l’idrossiclorochina, date le divisioni nel mondo scientifico sulla sua efficacia.

 

E da quando è tornata in attività nel 2013, puntando sul business dei macchinari per la diagnostica sanitaria, non ha fatto che arretrare in termini di fatturato, chiudendo il 2019 con un cash flow disponibile azzerato, pur in miglioramento dai -110 milioni del 2017. Nel primo trimestre di quest’anno, poi, ha accusato perdite per 111 milioni, pur reduce da 116 milioni di profitti nell’esercizio precedente. Tenete conto, infine, che alle valutazioni attuali il titolo prezza a più di 310 volte l’utile annuale, segnalando aspettative a dir poco ottimistiche tra gli acquisti di queste ultime sedute.

In conclusione, la storia della società non autorizza a facili entusiasmi e cause e modalità di questo boom lasciano un tantino perplessi.

 

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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