Un’iniziativa promozionale della Grande Distribuzione Organizzata sta mandando su tutte le furie i rappresentanti degli agricoltori, a cui non vanno giù le angurie vendute a 1 centesimo al chilo alla vigilia di Ferragosto. Il presidente di Coldiretti Sardegna, Battista Cualbu, definisce l’offerta “un’offesa al lavoro”, ma anche “all’intelligenza e alla buona fede del consumatore”. Ritiene che sarebbe stato meglio regalarle direttamente alla clientela, anziché far passare il messaggio che le angurie non varrebbero nulla, quando dietro c’è il sudore di chi le coltiva e raccoglie nei campi.
Di preciso, sappiamo che il 14 agosto i supermercati Eurospin venderanno le angurie a 1 solo centesimo al chilo e limitatamente a una sola anguria per scontrino battuto. Si tratta di una promozione per omaggiare i clienti, ma sul volantino c’è scritto espressamente “Alla filiera agroalimentare è stato corrisposto il giusto prezzo. La differenza di valore rispetto al prezzo di acquisto la mette Eurospin per i suoi clienti”.
Dunque, il consumatore pagherà le angurie a 1 solo centesimo al chilo, ma non sarà questo il prezzo pagato dalla catena ai produttori. In altre parole, Eurospin sta vendendo il frutto sottocosto, un modo per attirare clienti nel giorno clou della vigilia di Ferragosto, quando milioni di italiani corrono a fare la spesa per la sera e il giorno successivo, dedicati tradizionalmente ai pasti in comitiva e alle gite fuori porta. Quest’anno, probabilmente gli spostamenti saranno limitati a causa del Covid e degli annessi divieti di assembramento. Forse, si spiega anche così l’iniziativa.
Prezzo delle angurie in forte calo quest’estate
Il prezzo delle angurie in queste settimane è notevolmente sceso rispetto ai livelli usuali. Di solito, il calo si accusa nel mese di giugno, quando l’offerta s’impenna improvvisamente, recuperando nei mesi estivi successivi.
Difficile coprire i costi con simili prezzi, ma questo è un problema che non attiene all’iniziativa, di per sé persino lodevole. Una catena di supermercati sta cercando di “regalare” le angurie ai clienti, avendole pagate al prezzo di mercato ai produttori. Cosa ci sarebbe di offensivo in questa iniziativa? Non sarebbe peggio se le angurie venissero vendute a prezzi esorbitanti dopo essere state pagate spiccioli a chi le ha coltivate? In quel caso, parleremmo di “speculazione”, di ingordigia delle GDO e di fregatura per il consumatore finale. Una volta tanto che accade il contrario, ci lamentiamo che si offenda il lavoro nei campi, il quale nel caso specifico non è stato vittima di “svendita”, fatto salvo che i prezzi di mercato siano bassi, per ragioni che esulano dai comportamenti delle parti e che hanno a che vedere con il meteo sfavorevole di questa estate, il quale ha ridotto i consumi dei cocomeri.