Spesso ci chiediamo se possiamo dedurre la fattura del commercialista, del CAF o di chi altro consulente si è occupato della nostra dichiarazione dei redditi o di qualsiasi altro adempimento fiscale.
Al riguardo dobbiamo distinguere a secondo che la dichiarazione/consulenza si riferisce alla nostra attività d’impresa o lavoro autonomo oppure alla nostra sfera personale.
Deducibilità della fattura del commercialista: ci vuole il principio di inerenza del costo
Laddove la dichiarazione e la consulenza a fronte della quale il commercialista ha emesso la relativa fattura che paghiamo, si riferisce alla nostra attività d’impresa o lavoro autonomo, essendo un costo “inerente” all’attività, questi può essere considerato “deducibile”.
Tuttavia, la deduzione non può esserci se la predetta attività sia da noi esercitata in regime forfetario. Ciò, in quanto chi opera in questo regime non può dedurre, per espressa previsione di legge, i costi e le spese inerenti all’attività stessa salvo che si tratti di contributi previdenziali ed assistenziali assolti per obbligo (contributi INPS, contributi alla cassa professionale di appartenenza, ecc.).
Il titolare dell’attività non può, comunque, dedurre dal reddito dell’impresa o del lavoro autonomo nemmeno la fattura del commercialista riferita ad esempio al Modello 730 della moglie a carico fiscalmente. Per questa consulenza, infatti, non può ritenersi soddisfatto il principio di “inerenza” del costo.
Non è prevista, invece, in nessun caso la possibilità di dedurre il costo della fattura del commercialista, per consulenze ed adempimenti riferiti alla sfera personale. Non è, quindi, data possibilità di dedurre nel Modello 730 o Modello Redditi PF (non riferito all’attività d’impresa o lavoro autonomo) la fattura del nostro commercialista.
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