Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico si raddoppia lo stipendio. Di notte, d’agosto, in piena emergenza sanitaria, quando tutti sono presi da altre preoccupazioni, come la cassa integrazione o i bonus in ritardo che proprio l’Inps deve pagare.
Mentre la maggioranza giallo verde festeggia ancora il successo del referendum sul taglio dei parlamentari, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e quello del Lavoro Nunzia Catalfo hanno firmato gli “adeguamenti” retributivi dei vertici di Inps e Inail. Operazione meschina che risale a tempo fa e che si è concretizzata con il decreto del 7 agosto 2020.
Stipendio presidente Inps Tridico sale a 150 mila euro
Si tratta di 88 mila euro in più all’anno. Lo stipendio di Tridico passa così da 62 a 150 mila euro all’anno. Lo percepisce dallo scorso 15 aprile 2020, come precisa la stessa direzione delle risorse umane dell’Inps in una nota. Ma perché mai? In un momento di piena emergenza sanitaria in cui i lavoratori rischiano il posto e l’Inps, fra ritardi nei pagamenti di Cig e problemi tecnici di funzionamento dei servizi internet, il governo che fa? Aumenta lo stipendio dei “boiardi” di Stato.
Ma la cosa più scandalosa è che non si può pensare di tagliare le spese statali e ridurre l’astronomico debito pubblico del nostro Paese, come tuona ripetutamente il M5S, se si va a gonfiare senza motivo e senza merito lo stipendio dei vertici della pubblica amministrazione. Di più – secondo Repubblica – l’aumento dello stipendio di Tridico è stato deliberato, in piena estate, con apposito decreto interministeriale. Il testo parla chiaro: gli emolumenti “sono riconosciuti con decorrenza dalla data di nomina del presidente, del vice presidente e dei consiglieri di amministrazione“. Quindi saranno anche corrisposti gli arretrati.
Anche i vertici dell’Inail nel mirino
Ma non è solo il presidente dell’Inps a finire nel mirino dei media.
Tridico si deve dimettere
Il presidente dell’Inps è però finito nuovamente nel mirino delle opposizioni che ne chiedono le dimissioni. Ma ad essere sconcertati sono anche i membri del governo che sembrano cascare dalle nuvole. Matteo Salvini (Lega) ci va giù pesante: “invece di aumentarsi lo stipendio, prima paghi la cassa integrazione alle centinaia di migliaia di lavoratori che la aspettano da mesi, poi chieda scusa e si dimetta“. Non risparmia critiche nemmeno il PD, per bocca di Debora Serracchiani: “la vicenda ha aspetti sconcertanti, se non altro per la tempistica e per un deficit di trasparenza”. Il premier Giuseppe Conte intanto assicura : “non ero informato della vicenda. Vorrei approfondire la questione. Poi formulerò una valutazione più completa“. E il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio annuncia: “Chiederò chiarimenti nelle prossime ore“.