Pensioni di invalidità: maggiorazioni contributive per chi lavora

Gli invalidi gravi possono andare in pensione fino a 5 anni prima grazie alle maggiorazioni contributive. Come funziona il bonus e a chi è rivolto.
4 anni fa
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I lavoratori invalidi hanno diritto ad andare in pensione prima grazie alle maggiorazioni contributive. Il bonus è riconosciuto alle pensioni di invalidità dal 2002 sono per coloro che hanno una invalidità superiore al 74%. Quindi versano in particolare stato di gravità.

Il beneficio per le pensioni di invalidità è riconosciuto dalla legge in base alle regole della maggiorazione convenzionale. Si tratta in particolare di situazioni lavorative per le quali lo Stato riconosce al lavoratore contributi maggiori rispetto al regime ordinario di maturazione. Come, ad esempio, per i militari assegnati a svolgere servizi particolari o per i minatori.

Le maggiorazioni contributive

Così anche per gli invalidi per qualsiasi causa, i non vedenti e i sordomuti. A costoro  è riconosciuto per ogni anno di servizio effettivamente svolto presso pubbliche amministrazioni o aziende private o cooperative, il beneficio delle maggiorazioni contributive di 2 mesi utili ai fini del diritto alla pensione e per l’ anzianità contributiva, fino a un massimo di 5 anni di contribuzione.

Per i non vedenti, la maggiorazione contributiva è maggiore: 4 mesi di contribuzione figurativa ogni anno di servizio. A questa categoria appartengono generalmente i centralinisti a cui la pubblica amministrazione riserva un determinato numero di posti in base all’organico.

La liquidazione delle pensioni di invalidità

Ma come funzionano le maggiorazioni contributive? Il beneficio è riconosciuto soltanto a coloro che lavorano. Sono quindi esclusi gli invalidi che percepiscono la pensione di invalidità. La maggiorazione contributiva non è automatica, ma deve essere richiesta al momento della domanda di pensione. Alla domanda di pensione devono essere allegati i seguenti documenti:

  • per i sordi ed invalidi civili: verbale di accertamento sanitario rilasciato dalle competenti Commissioni mediche Asl per l’ accertamento dell’ invalidità civile;
  • per gli invalidi di guerra e per causa di servizio nel rapporto di pubblico impiego: copia del provvedimento amministrativo di concessione dal quale risulti che le lesioni ed infermità riscontrate rientrino nelle prime quattro categorie di cui al DPR 834 del 1981;
  • per gli invalidi del lavoro: i documenti rilasciati dall’Inail.

Il calcolo delle maggiorazioni contributive

L’ anzianità contributiva del lavoratore invalido viene maggiorata per un massimo di 5 anni in base al seguente conteggio:

  • di 2 mesi per ogni anno di attività prestata dal riconoscimento dell’invalidità;
  • di 1/6 per ogni settimana di lavoro svolto per periodi inferiori all’ anno.

Dal calcolo vengono esclusi periodi coperti da contribuzione volontaria, figurativa o derivanti da riscatto non correlato ad attività lavorativa.

Casi di esclusione

La maggiorazione contributiva è utile anche per raggiungere il requisito contributivo o la maggiore anzianità, in assenza del requisito anagrafico, per la pensione di anzianità o anticipata

Attenzione però, la maggiorazione convenzionale non assume rilevanza nel calcolo della quota di pensione contributiva (per le pensioni a calcolo misto) ovvero della pensione da liquidare integralmente con il sistema contributivo. Questo perché nel calcolo contributivo l’importo della quota di pensione è determinato infatti moltiplicando il montante individuale dei contributi per il coefficiente di trasformazione relativo all’età al momento del pensionamento.

Leggi anche: Pensione invalidità civile, chi ha diritto all’aumento e chi no

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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