Lunedì scorso, il colosso farmaceutico Pfizer ha annunciato che il vaccino contro il Covid, in corso di sperimentazione insieme alla tedesca BioNTech, è risultato efficace nel 90% dei casi. Poiché per la Food and Drug Administration è necessario che un vaccino si mostri efficaci in almeno il 50% dei casi, con ogni probabilità nelle prossime settimane le autorità americane rilasceranno l’autorizzazione per l’immissione in commercio del primo vaccino contro il Covid-19. Sarebbe l’inizio della fine della pandemia.
La notizia ha evidentemente spronato agli acquisti gli investitori, che in tutto il mondo si sono precipitati a mettere in portafoglio più azioni e a liberarsi di “safe assets” come obbligazioni di alta qualità e oro.
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Ebbene, si è scoperto dalle comunicazioni della Securities and Exchange Commission (SEC), la Consob americana, che proprio nella mattinata di lunedì, il CEO Albert Bourla vendeva 132.508 azioni della società da lui guidata al prezzo medio di 41,94 dollari, il massimo toccato durante la seduta e proprio all’inizio delle contrattazioni giornaliere, quando il titolo arrivò a segnare +15%. In questo modo, il manager ha incassato quasi 5,6 milioni di dollari, rimanendo oggi in possesso di altre 82 mila azioni Pfizer.
Il precedente di Moderna
Nello stesso momento, il vice-presidente Sally Susman si liberava a sua volta di 43.662 azioni allo stesso prezzo massimo di 41,94 dollari, incassando circa 1,8 milioni. Altri manager della società si sono precipitati a vendere questo lunedì, evidentemente approfittando del boom del titolo dopo l’annuncio del vaccino. Secondo Pfizer, però, queste azioni sarebbero frutto di pianificazioni sin da questa estate e le vendite sarebbero state giustificate dal raggiungimento di un dato prezzo da parte del titolo.
Sarà, ma è chiaro a tutti che ci troviamo dinnanzi a un confine piuttosto labile tra insider trading e operazione di mercato perfettamente legale. Una concorrente di Pfizer, Moderna, che usa le stesse tecnologie per arrivare al vaccino anti-Covid, qualche mese fa ha raccolto capitali per 1,3 miliardi di dollari sul mercato dopo avere comunicato risultati promettenti dalla sperimentazione in corso. E anche in quel caso, i suoi dirigenti si precipitarono a vendere decine di milioni di dollari di azioni, attirando le ire di alcuni ex funzionari SEC, che hanno chiesto indagini su tali comportamenti. Tra metà luglio e i primi di settembre, infatti, il titolo perdeva oltre il 40% proprio sull’annuncio della ricapitalizzazione e dopo le vendite da parte dei dirigenti.
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In sostanza, ci troviamo in presenza di azionisti-manager, che essendo a conoscenza di fatti ignoti al resto del mercato, riescono a decidere con estremo profitto la tempistica delle loro operazioni di compravendita, approfittando delle buone notizie e anticipando quelle cattive. Bourla, in particolare, è considerato un esperto di finanza. Lo scorso anno, l’uomo nato a Salonicco (Grecia) ha percepito un maxi-stipendio da 15 milioni. Si tratta adesso di verificare se il suo comportamento sia stato ineccepibile, alla luce della “rule 10b5-1”, voluta dalla SEC nel 2000 per regolare le operazioni effettuate sul mercato dai dirigenti delle società quotate negli USA. Comunque vada, resta la sensazione che si riesca un po’ troppo facilmente a fare soldi sfruttando la propria posizione interna alle società.