3 buoni postali fruttiferi Q/P di 2 milioni di lire: ricorso vinto per errata applicazione tassi interesse

Per 3 bfp della serie Q/P presentato ricorso: ecco perché è stato vinto.
4 anni fa
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Buono fruttifero postale del 1983.

Le ultime decisioni sui buoni fruttiferi postali sono state pubblicate sul sito dell’Arbitro Bancario Finanziario lo scorso 18 novembre. Nel dettaglio una delle sentenze riguarda 3 buoni postali della serie Q/P del valore nominale di 2 milioni di lire ciascuno emessi il 19 novembre 1987 (quindi dopo il Decreto Ministeriale del 13 giugno 1986). Ecco cosa hanno contestato i sottoscrittori dei titoli, le controdeduzioni dell’intermediario e la decisione del Collegio di Napoli.

Per 3 bfp della serie Q/P presentato ricorso: ecco perché

I titolari di 3 bfp della serie Q/P di 2 milioni di lire ciascuno emessi il 19 novembre 1987 hanno presentato ricorso all’ABF per un’errata applicazione delle condizioni dal 21° anno in poi.

Il nuovo timbro con i rendimenti inserito sui titoli, infatti, riguardava solo gli anni dall’1° al 20° senza dire nulla di quelli dal 21° in poi.

L’intermediario nelle sue controdeduzioni ha chiarito che i buoni fruttiferi postali oggetto del ricorso appartenevano alla serie Q istituita con DM del 1986 e che al momento del rilascio su di essi era stato apposto il timbro Q/P e quello con le nuove condizioni. Il Decreto Ministeriale, in particolare, prevedeva che dietro ai titoli fosse apposto un timbro con i nuovi tassi di interesse e non anche l’importo che doveva essere corrisposto ogni due mesi dal ventunesimo al trentesimo anno. Il sistema di calcolo di quest’ultimo era infatti l’interesse semplice che restava invariato perché rapportato a quello massimo raggiunto ovvero al 12% come indicato nel timbro (non più quindi il 15% come era previsto per la serie P non più in emissione).

3 buoni postali serie Q/P: la decisione del Collegio

Il Collegio di Napoli con decisione numero 17574 del 9 ottobre 2020, ecco il link, ha sottolineato che i buoni postali fruttiferi oggetto del ricorso erano titoli recanti la dicitura serie Q/P. Sul fronte di essi, infatti, era stato apposto correttamente il timbro con la dicitura Q/P mentre sul retro c’era la nuova tabella dei tassi ma solo con rendimento fino al ventesimo anno.

I risparmiatori avevano quindi fatto affidamento sui rendimenti della serie P e per tali ragioni il Collegio ha dichiarato che l’intermediario sarà tenuto alla rideterminazione degli interessi dal 21° anno al 30° anno applicando quelli riportati sulla tabella originaria.

A questa pagina, però, si evince che Poste Italiane in merito alle ultime decisioni dell’Abf è inadempiente, ecco link inadempienze. Il risparmiatore, quindi, nonostante la decisione favorevole dell’Arbitro deve attivare un’azione giudiziaria. Può portare agli atti la decisione dell’Abf ma poi spetta al Tribunale decidere.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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