Chi investe nei titoli di stato italiani è abituato al nutrito glossario che riguarda il nostro mercato sovrano. Si va dai BoT ai BTp, passando per CcT, CcTeu, CTz, BTp€i, BTp Italia e, di recente, BTp Futura. Sappiamo, poi, che i bond vengono in minima parte anche in valute straniere, dollari in testa. Ma quanti hanno sentito parlare di BTp zero coupon strip? Eppure, questo tipo di obbligazioni esiste sin dal 1998, anno in cui il Ministero del Tesoro emanò un decreto, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.
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A questo punto, si generano nuovi titoli di stato. Il “mantello” è il valore nominale del titolo, al netto delle cedole e dell’eventuale componente indicizzata all’inflazione. La componente cedolare è data dai tassi d’interesse scorporati dal titolo originario. Nel caso di indicizzazione all’inflazione, vengono definiti anche icoupon strips. La componente indicizzata all’inflazione, poi, è costituita dal valore di rimborso dei titoli indicizzati all’inflazione tra la data di godimento e la scadenza.
Infine, abbiamo la componente cedolare ibrida. Per effetto del decreto del Mef n.96718 del 7 dicembre 2012, cedole e mantello con medesima scadenza sono ritenuti fungibili. La somma tra valore di rimborso del titolo e l’ultima cedola fissa è proprio la componente cedolare ibrida per i soli titoli a tasso fisso.
Confronto tra BTp originario e mantello
Per capire di cosa parliamo, vi presentiamo un caso concreto di “stripping”. Prendiamo il BTp 1 maggio 2031 e cedola 6% (ISIN: IT0001444378). Dalla separazione tra le sue cedole e il suo valore nominale di rimborso è nato un nuovo titolo, il BTp 1 maggio 2031 Coupon Strip Zc (ISIN: IT0004848492). Come potete notare, il mantello ha codice ISIN differente dal titolo originario, trattandosi a tutti gli effetti di un nuovo bond negoziabile sul mercato.
Il titolo originario comprensivo delle cedole si acquista sul mercato oggi a 154,30, offrendo un rendimento alla scadenza dello 0,52%. Invece, il suo mantello prezza a 93,57, cioè nettamente sotto la pari, rendendo lo 0,66% lordo. E’ evidente la ragione per cui i prezzi tra i due titoli divergano così tanto: il primo deve tenere conto dell’alta cedola corrisposta dal Tesoro, il secondo riguarda uno zero coupon, per cui il rendimento esitato è frutto solamente tra valore di rimborso e prezzo di acquisto.
In questo caso, lo “stripping” ha reso più remunerativo il mantello, non fosse altro che per la sua minore appetibilità rispetto al titolo originario, che essendo stato emesso alle condizioni di mercato di fine anni Novanta, offre un tasso d’interesse oggi da favola per il mercato. Per contro, uno zero coupon sappiamo essere più esposto alla volatilità, non possedendo una cedola che “freni” la caduta e i rialzi quando i tassi di mercato si muovono rispettivamente verso l’alto o in basso. Infatti, dai minimi dell’anno toccati a marzo, il BTp originario è risalito di poco più del 15%, il mantello di oltre il 28%. Altro rischio di cui tenere conto è anche la minore liquidità degli scambi per i titoli oggetto di “stripping”, cosa che potrebbe infliggere qualche perdita imprevista nel caso di riscontro immediato della domanda all’atto della rivendita del bond.
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