Didattica a distanza e smart working, due facce della stessa medaglia

La didattica a distanza (Dad) non piace a al 75% degli studenti. Al contrario, lo smart working è desiderato da tre lavoratori su quattro.
4 anni fa
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La didattica a distanza (Dad) non piace. A differenza dello smart working, lo studio a distanza non va proprio giù agli studenti. Eppure studiare è faticoso e a molti non va giù. Allora perché gli studenti vogliono andare a scuola mentre i lavoratori preferiscono stare a casa?

Secondo alcuni studi, la ragione principale sta nel bisogno di socializzazione abbinato all’età scolare. Ecco quindi spiegato il perché tre studenti su quattro preferiscono la didattica in presenza e rigettano quella a distanza.

Al contrario, i lavoratori, in particolare gli impiegati e gli statali, preferiscono lavorare da casa, meno controllati da capi e distanziati da colleghi.

Tre studenti su quattro rifiutano la didattica a distanza

È quanto emerge dalla ricerca di Eolo, operatore leader in Italia nella fornitura di connettività tramite tecnologia FWA- (fixed wireless access). Lo studio ha coinvolto gli studenti in un brainstorming nazionale attraverso radio e social media.

Alla survey in cui veniva loro chiesto di raccontare come sarà “La Scuola del Futuro“, si legge in una nota, hanno risposto circa 20 mila studenti di età compresa tra i 5 e i 19 anni, chiamati a immaginare possibili materie, classi, compagni e insegnanti.

La netta maggioranza degli intervistati, circa il 75%, boccia la Dad, Didattica a Distanza, mostrando una chiara preferenza per la Didattica in Presenza, L’innovazione rimane centrale nella scuola del futuro.  Alla scuola in presenza non potrà mancare il supporto unico che la tecnologia può offrire e una buona connessione a Internet e l’accesso a piattaforme e strumenti tecnologici per fare lezione sono indentificati come essenziali dal 65% degli studenti.

Le tecnologie preferite dagli studenti

Su quali siano le tecnologie essenziali invece la popolazione studentesca è più divisa. Il 36% individua come scelta prima l’Internet of Things, il 32% la realtà aumentata e il 24% l’Intelligenza artificiale.

Dalle risposte emerge anche la forte richiesta degli studenti di essere dotati di strumenti nuovi per comprendere al meglio l’attualità e quanto accade nella società contemporanea.

Oltre il 32% degli intervistati infatti vorrebbe che venissero inserite nel programma didattico ore su attualità e scienze sociali. Il 23% vorrebbe essere maggiormente preparato su come smascherare le fake news. Circa il 18% chiede più formazione sui temi di ambiente e sostenibilità. Infine, circa il 15% sulle nuove frontiere che le scoperte tecnologiche stanno aprendo, per poter avere gli strumenti per ipotizzare al meglio il proprio futuro.

 

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Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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