Quanti infermieri in più potremmo avere se pagassimo tutti le tasse

Pagheresti più volentieri le tasse se servisse a garantire un servizio ospedaliero più efficace e più infermieri?
4 anni fa
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Nonostante il piano cashless e la riduzione dei pagamenti in contanti, l’evasione fiscale continua ad essere una piaga. E non è un problema italiano: secondo l’ultimo rapporto del Tax Justice Network, dal titolo “Stato della giustizia fiscale”, ogni anno gli Stati nel globo perdono come minimo 427 miliardi di dollari per condotte inquadrabili come evasione o elusione fiscale. Di questo importo, circa 182 miliardi sono addebitabili ad evasione fiscale di soggetti privati. La differenza si deve alle tasse non pagate dalle imprese.

Un problema mondiale dunque anche se, volendo fare un focus geografico, proprio in Europa troviamo l’ammanco più grande: ben 184 miliardi (contro i 95 di tutta l’America del Nord).

Quanto guadagna un infermiere

In epoca Covid non si può non pensare alla copertura economica per il servizio sanitario. Quante volte, leggendo dell’emergenza sanitaria e dell’inadeguatezza delle strutture ospedaliere, avete pensato “dove finiscono i soldi delle nostre tasse?”. Perché la verità è che molti pagherebbero le tasse più volentieri se servisse a migliorare il servizio sanitario pubblico. E allora, per renderci conto di quanto costa la grande evasione, pensiamo proprio agli investimenti mancati nei servizi pubblici più essenziali, sanità in primis.

Lo stipendio medio di un infermiere si aggira sui 1.450 € netti al mese (corrispondenti a circa 26.400 € lordi all’anno), circa 100 € in meno (6%) rispetto alla retribuzione mensile media di altre professioni.

Evasione fiscale: chi guadagna e chi perde

In questo quadro a guadagnare sono i paradisi fiscali. Nelle Isole Cayman finisce il 16,5% dell’evasione complessiva. Le percentuali in Europa prevedono invece le quote più consistenti suddivise tra il Regno Unito (10%), i Paesi Bassi (8,5%) e il Lussemburgo (6,5%).

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Alessandra De Angelis

In InvestireOggi.it sin dal 2010, svolge il ruolo di Caporedattrice e titolista, e si occupa della programmazione e selezione degli argomenti per lo staff di redazione.
Classe 1982, dopo una laurea in giurisprudenza lavora all’estero per poi tornare in Italia. Cultrice dell'arte della scrittura nelle sue diverse declinazioni, per alcuni anni si è anche occupata di Content Seo per alcune aziende del milanese.

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