Poste Italiane e Cdp: manca accordo su ricavi buoni postali, libretti e gestione da remoto

Ancora niente convenzione tra Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane: c'è un braccio di ferro sui ricavi da buoni fruttiferi e libretti postali e la gestione della raccolta da remoto. A rischio filiali?
4 anni fa
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Ancora non c’è il rinnovo della convenzione tra Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti ovvero l’accordo triennale che regola i rapporti tra le due e che riguarda la gestione e la remunerazione della raccolta postale, in modo principale di buoni fruttiferi postali e libretti. Si ricorda che Cdp emette tali prodotti e poi essi vengono distribuiti sul mercato da Poste Italiane mediante i 12 mila sportelli attivi sul territorio.

La convenzione ancora non firmata tra Poste e Cdp

La convenzione tra Cdp e Poste Italiane è scaduta alla fine del 2020 ma potrebbe essere prorogata di 6 mesi.

L’accordo non si riesce a trovare non solo a causa delle numerose difficoltà avute a causa dell’epidemia ma anche perché Cassa Depositi e Prestiti (guidata da Fabrizio Palermo) vuole abbassare la remunerazione a Poste.

Si ricorda che con il servizio di raccolta e di gestione del risparmio postale, Poste Italiane nei primi 9 mesi del 2020 ha avuto ricavi uguali a 1,38 miliardi di euro con una crescita del 3,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno antecedente. CDP ha quindi versato 1,38 miliardi per la distribuzione di buoni postali e libretti a Poste Italiane ovvero una buona parte dei 4,4 miliardi di ricavi realizzati al 30 settembre.

Cassa Depositi e Prestiti, quindi, come comunicano gli analisti di Equita, vorrebbe pagare meno corrispettivi a Poste.

Rischio chiusura filiali di Poste Italiane?

La vendita dei prodotti di risparmio postale potrà avvenire anche tramite remoto avvalendosi di un consulente secondo Cassa Depositi e Prestiti. Non ci sarà quindi la necessità di recarsi per forza in un ufficio postale soprattutto per la sottoscrizione di buoni e libretti postali.

Il nuovo documento servirà proprio a stabilire quanto Cassa Depositi e Prestiti dovrà remunerare a Poste per la raccolta considerando che proprio tale convenzione rappresenta la maggiore parte di ricavo del gruppo. Il nuovo accordo, come detto, ancora non c’è per cui è stato deciso di prorogare la convenzione di alcuni mesi, magari fino a giugno 2021 per trovare una soluzione.

Uno dei primissimi punti da definire è la gestione della raccolta da remoto. Per Cdp, infatti, come detto, la vendita attraverso la piattaforma potrebbe ridurre la necessità di tenere aperti tanti uffici postali. Chiudendone qualcuno si potrebbero abbattere i costi ed anche il corrispettivo che Cassa Depositi e Prestiti dovrà pagare. Per Poste, però, la posizione è diversa in quanto  è fondamentale garantire un presidio anche ai comuni sotto i 5 mila abitanti.

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alessandradibartolomeo

Da novembre 2016 fa parte della redazione di InvestireOggi curando la sezione Risparmio, e scrivendo su tematiche di carattere politico ed economico. E’ Giornalista pubblicista iscritta all'ODG della Campania.
Dopo una formazione classica, l’amore per la scrittura l’ha portata già da più di dieci anni a lavorare nell’ambiente del giornalismo. Ha collaborato in passato con diverse testate online, trattando temi legati al risparmio e all’economia.

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