A distanza di appena tre settimane dall’emissione di un Eurobond in dollari, Gazprom è tornata ieri a rifinanziarsi sui mercati internazionali, stavolta collocandovi obbligazioni in euro a 6 anni. La decisione è maturata evidentemente a seguito delle condizioni finanziarie abbastanza positive sul piano globale. Essa segnala anche un certo ottimismo da parte dell’emittente circa le capacità di accedere ai capitali stranieri in questa fase. In effetti, le quotazioni del Brent si sono riportate ai livelli pre-Covid, ai massimi da 13 mesi. Stamattina, superavano i 61 dollari al barile.
Il bond avrebbe dovuto offrire un rendimento compreso tra l’1,75% e l’1,875%, ma è stato rivisto al ribasso e in area 1,5-1,55%. A fronte di 1 miliardo di euro offerto, secondo l’agenzia Interfax gli ordini hanno superato i 2 miliardi, consentendo alla società di contenere i costi di indebitamento. Si tratta di titoli con rating “investment grade”: BBB per Fitch.
Nello scorso mese di ottobre, sempre Gazprom aveva emesso un bond perpetuo in dollari per 1,4 miliardi con rendimento 4,6% e uno in euro per 1 miliardo al 3,9%. Quanto all’ultima emissione, il titolo prezza oggi poco sopra i livelli a cui debuttava il 25 gennaio scorso. Invece, di quasi il 3% è stato ad oggi l’apprezzamento delle obbligazioni perpetue in dollari e del 4% per quelle in euro.
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Obbligazioni Gazprom tra rischi e opportunità
Gazprom è ben posizionato in Europa, si avvantaggia dei bassi costi di produzione e di solide relazioni commerciali con la clientela. Non a caso, l’emissione delle scorse ore ha ricevuto le attenzioni di 210 investitori esteri, di cui molti da Germania, Svizzera, Francia, Regno Unito, oltre chiaramente a Russia, Medio Oriente e Asia. Non presenta alcun rischio di cambio per un investitore dell’Eurozona, mentre quello di credito è relativamente contenuto.
Allo stesso tempo, non vanno sottaciuti alcuni rischi legali e geopolitici. Nel collocare sul mercato il precedente bond, la società russa aveva citato nel prospetto informativo tra i fattori di rischio il possibile mancato completamento del progetto North Stream 2, grazie al quale il gas russo arriverebbe in Europa attraverso la Germania. Ma l’amministrazione Trump aveva messo in guardia Berlino dall’avallare un simile piano e difficilmente il nuovo presidente Joe Biden mostrerà idee diverse dal predecessore sul punto. Anzi, la politica estera americana potrebbe rivelarsi ancora più ostile verso Mosca nei prossimi mesi e anni, una prospettiva che non farebbe bene ai titoli del debito e alle azioni delle società russe. Ricordiamo che già oggi la Russia è oggetto di sanzioni finanziarie da parte di Europa e USA, pur non tali da impedirne l’accesso al mercato dei capitali.
Obbligazioni Gazprom in euro a rendimenti interessanti, meglio su scadenze lunghe