Cashback: le proiezioni sono da paura, recupero del sommerso e un’enorme spinta ai consumi

Grazie al Bonus Cashback, in 2 anni si prevedono 24 miliardi di euro di consumi aggiuntivi per un gettito di circa 4,4 miliardi di euro e un recupero del sommerso di 1,2 miliardi di euro.
4 anni fa
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Cashback 2022 rientra dalla finestra del Senato insieme ad un altro bonus scartato
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Il piano cashback sta funzionando, c’è poco da aggiungere. Tralasciando la questione furbetti – di cui abbiamo già ampiamente discusso e che, a onor del vero, stanno avendo un impatto davvero minimo sull’intero piano – il bonus cashback, secondo le ultime stime dalla Community Cashless Society attivata su iniziativa di The European House – Ambrosetti, avrà un forte impatto sia sul recupero del sommerso, sia in termini di spinta ai consumi; spinta necessaria e auspicata soprattutto in fase post coronavirus, quando dovremo fare i conti con gli strascichi economici di questa pandemia.

Vediamo meglio di cosa si tratta.

Bonus Cashback, recupero del sommerso e spinta ai consumi

Le stime della Community Cashless Society, attivata su iniziativa di The European House–Ambrosetti, sono a dir poco incoraggianti. Secondo il loro Report, tale strumento, se confermato per almeno due anni (dicembre 2020 – dicembre 2022) porterebbe ad una spinta dei consumi davvero importante. Si parla di circa 24 miliardi di euro di consumi aggiuntivi, a fronte di una copertura finanziaria di circa 5 miliardi di euro; ma non è finita, da questi maggiori consumi deriverebbe un gettito aggiuntivo di circa 4,4 miliardi di euro e un recupero del sommerso di 1,2 miliardi di euro.
In un periodo più lungo (2020 – 2025), si parla di un gettito complessivo aggiuntivo di circa 9,2 miliardi di euro.

La strada sembra quella giusta

Nonostante il Bonus Cashback, il nostro Paese è fra quelli che utilizzano meno gli strumenti di pagamento alternativi al contante rispetto al resto delle economie sviluppate. Un divario ancora importante, ma, complice l’intero programma cashback, stiamo recuperando parecchio terreno.
Il nostro Paese, secondo l’ulteriore report “Cash Intensity Index 2021”, è tra i peggiori 35 paesi al mondo per incidenza del contante sul Pil.
In particolare, l’Italia si trova oggi al trentatreesimo posto; una posizione comunque migliore rispetto al 2020, dove il nostro Paese si trovava al 28° posto.

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