Titoli di stato esteri e tassazione rendite finanziarie

In materia di tassazione sulle obbligazioni, l’imposta sui titoli di Stato esteri è pari a quella applicata sui Btp. Non conta chi emette il debito, ma la sua natura.
4 anni fa
2 minuti di lettura

Buongiorno,

avrei un quesito in tema di rendite finanziarie sui titoli di Stato. Ho acquistato obbligazioni internazionali in dollari emesse dalla Banca Centrale della Tunisia 8,25% 2027 (codice Isin US066716AB78).

Dalla contabile ho notato che la mia banca ha applicato sugli interessi maturati (cedola) l’imposta sostitutiva del 26%.Trattandosi di un titolo di Stato, anche se estero, l’imposta dovrebbe essere comunque pari al 12,50%.

Ho chiesto spiegazioni alla banca e mi è stato risposto che la Banca Centrale della Tunisia non è un titolo di Stato pertanto non è soggetto a tassazione speciale del 12,50%. Volevo quindi chiedere a Voi se ciò è corretto ed eventualmente cosa fare per chiedere di rettificare la cedola. Grazie.

Il regime fiscale dei titoli di Stato

Gentile investitore, l’imposta sostitutiva del 12,50% sulle plusvalenze e sugli interessi maturati dai titoli di Stato (la così detta tassa sulle rendite finanziarie) si applica, non solo sui bond prettamente emessi da uno Stato, ma anche su quelli emessi da enti locali, governativi ed equiparati.

Ne sono un esempio pratico le obbligazioni pubbliche collocate da Regioni, Province, Comuni, e Città metropolitane, ma anche da società finanziarie direttamente controllate dallo Stato, come Poste Italiane e Cassa Depositi e Prestiti (Cdp). Lo stesso è previsto per le giurisdizioni estere purché appartenenti all’elenco dei Paesi white list. Cioè dove sussista uno scambio di informazioni fiscali con l’Italia.

Al contrario, per i Paesi a fiscalità privilegiata, per i quali non vi è scambio di informazioni con l’Italia (Paesi black list), l’imposta sostitutiva applicata è pari al 26%. Ma si tratta ormai di pochi Stati che si possono contare sulle dita di una mano.

I bond della Tunisia

Detto questo, la Tunisia dal 2018 è un paese white list avendo firmato l’accordo di scambio automatico di informazioni fiscali in sede OCSE. E avendo modificato le proprie norme fiscali di apertura internazionale.

Ne consegue l’applicazione da parte dell’Italia di un regime fiscale per le persone fisiche residenti cosi detto “privilegiato” a valere sui titoli di debito pubblico.

Venendo al dunque, ne deriva che i titoli di Stato tunisini sono soggetti al regime fiscale del 12,50%. Indipendentemente da chi emette il debito pubblico. Più nello specifico – per rispondere alla sua domanda – nell’ordinamento tunisino il soggetto deputato ad emettere e a gestire titoli di Stato è la Banca Centrale di Tunisia, peraltro direttamente controllata dallo Stato. Come in Italia è il Ministero dell’Economia e delle Finanze per l’emissione di Btp.

Le imposte

Quindi nulla cambia nella sostanza, in quanto non è l’emittente del debito che è soggetto al regime fiscale italiano, ma il debito stesso per sua natura. Se si tratta di titoli di Stato (e nel caso specifico lo sono), la tassazione imponibile è del 12,50%. Diversamente, se si trattasse di debito privato, allora sarebbe del 26%.

In questo caso l’intermediario deve applicare l’imposta sostitutiva del 12,50% sulle obbligazioni emesse dalla Banca Centrale di Tunisia. E’ sbagliata l’imposta al 26%. Si suggerisce pertanto di proporre reclamo entro 30 giorni dall’accredito della cedola onde evitare di pagare tasse in eccesso e non dovute all’erario.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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