Per il dopo quota 100 avanza una nuova idea da parte dell’Inps per le pensioni anticipate. Posto che il sistema sperimentale introdotto tre anni fa andrà definitivamente in soffitta alla fine dell’anno, urge trovare una soluzione per evitare lo scalone con le regole della Fornero.
Fra le varie soluzioni ventialte, anche quella del presidente dell’Inps Pasquale Tridico di non chiudere definitivamente la porta alle pensioni anticipate previste con quota 100. L’idea sarebbe quella di una pensione divisa in due quote: una parte retributiva e l’altra contributiva.
Pensioni anticipate, ma solo in parte
La proposta avanzata da Tridico, intervenuto al convegno “Pensioni, 30 anni di riforme“, farà sicuramente discutere nei prossimi giorni. In particolare, secondo il numero uno dell’Inps, si potrebbe prevedere un anticipo pensionistico solo con lo parte contributiva maturata, a 62/63 anni di età e con un minimo di 20 anni di contributi versati. Il resto, la quota retributiva di pensione, la si otterrebbe al compimento dei 67 anni.
In questo modo si manterrebbe in piedi la possibilità di lasciare il lavoro con gli stessi requisiti anagrafici previsti per quota 100 (62 anni di età). Ma con una “penalizzazione” temporale sulla quota di pensione calcolata per i versamenti ante 1996.
Una soluzione a metà strada, quindi, fra il pensionamento anticipato previsto per quota 100 e la pensione di vecchiaia. Meno onerosa sicuramente di quanto sarebbe mantenendo attiva quota 100 anche dopo il 2021. E disincentivante per chi intendesse lasciare il lavoro prima del tempo.
I risparmi di quota 100
L’intervento sull’attuale sistema di pensionamento anticipato previsto per quota 100 sarebbe inoltre sostenibile economicamente dai risparmi di spesa. Tridico ha infatti precisato che
“la spesa rideterminata dai vari decreti è stata di due terzi inferiore e, nel triennio 19-21, si è speso circa 10 miliardi su 19 stanziati. Si tratta di soldi già mandati al Mef, non sono risorse disponibili nelle casse dell’Istituto“.
Per cui, stante i risparmi rispetto alla spesa preventivata nel 2019, è possibile sostenere la nuova quota 100 (o 101, 102, come si sta discutendo) semplicemente adottando un sistema duale. Liquidare la pensione in base al sistema di calcolo misto, ma concedendo subito la parte calcolata col sistema contributivo e rinviando la parte restante col sistema retributivo al compimento dei 67 anni di età.
Pensione flessibile per fragili e disoccupati
Tridico ha anche chiesto al governo maggiore attenzione a lavoratori fragili e disoccupati nell’ambito della riforma pensioni che si appresta a disegnare.
“Il completamento della riforma che aspettiamo da trent’anni dovrebbe prevedere una flessibilità spinta sull’aspettativa di vita e sui lavori che facciamo“.
Lavori gravosi e usuranti sarebbero al centro dell’attenzione della riforma pensioni. Distinti canali di uscita già esistenti sarebbero potenziati allargando l’elenco delle mansioni faticose. Per costoro vi sarebbe l’accesso all’anticipo pensionistico previsto per Ape Sociale (con almeno 63 anni di età).
La legge prevede il ricorso a tale misura solo fino alla fine del 2021, ma potrebbe essere prorogata e allargata ad altre categorie di lavoratori. Come i lavoratori fragili, cioè coloro che sono afflitti da particolari e croniche patologie morbose.