Assegno Unico per i figli a rischio, cosa può succedere dopo il 1° luglio

Assegno Unico per i figli a rischio, i tempi sono troppo stretti: cosa può succedere dopo il 1° luglio? Conseguenze e ipotesi.
3 anni fa
1 minuto di lettura
Assegno unico, ecco quando anche i nonni possono fare domanda

L’Assegno Unico per i figli, che dovrebbe debuttare il prossimo 1° luglio, rischia di saltare o – comunque – di essere rinviato. La valutazione e l’approvazione del disegno di legge, facente parte degli interventi governativi inseriti da Draghi nel Pnrr, potrebbe richiedere più del tempo oggi a disposizione dell’Esecutivo, comportando quindi uno slittamento della misura al prossimo anno.

Assegno Unico per i figli a rischio: i tempi sono troppo stretti

Le risorse destinate al nuovo Assegno Unico per i figli ammontano ad oggi a ben 20 miliardi di euro.

L’entrata in vigore di questa specifica misura a sostegno delle famiglie, tuttavia, è subordinata all’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri di specifici decreti legislativi attuativi. Le Commissioni parlamentari, nello specifico, dovrebbero esprimere il proprio parare entro 30 giorni e, di fatto, riuscire a concludere tutto entro il 1° di luglio. Tempi questi che rischiano di essere ancora più stretti se si considerano eventuali osservazioni.

Il debutto a luglio dell’Assegno, pertanto, è a rischio e – con la consapevolezza di una riforma ancora in bilico – pare si stia già pensando alle possibili alternative.

Cosa può succedere dopo il 1° luglio: quali saranno le sorti dell’Assegno Unico per i figli?

Il quadro che si prospetta davanti, per l’Assegno Unico figli, è ancora incerto. Nessuna fonte ufficiale né tanto meno i rappresentanti politici hanno fatto sapere quali sono le intenzioni del Governo al riguardo.

Sappiamo comunque che 3 miliardi sono stati stanziati per far partire la riforma da quest’anno, anche se la legge delega lascia tempo fino al 30 marzo 2022 per l’attuazione.

Stando a quanto riportato da il Sole 24 ore, in merito al futuro dell’Assegno Unico per i figli, il tavolo interministeriale che deve stendere i decreti attuativi sta lavorando a diverse ipotesi. La misura potrebbe arrivare in tempo, ovvero essere riconosciuta già a luglio, ma potrebbe prevedere:

  • un assegno moderatamente selettivo o, in alternativa, uno marcatamente progressivo;
  • oppure una disciplina transitoria volta ad accompagnare fino all’attuazione della norma definitiva.

Nel primo caso l’Assegno sarebbe composto da una quota fissa e una variabile, cui importo decresce all’aumentare del reddito ISEE.

La seconda ipotesi, invece, prevede il riconoscimento alla famiglie di un assegno una tantum a quota fissa – pari a 250 euro – per tutto il 2021.

Tutte le ipotesi al vaglio puntano comunque a non far slittare l’entrata in vigore dell’Assegno, cercando di trovare una soluzione al rischio rinvio e dettando una disciplina valida fino al 2022, anno in cui il Governo punta al riordino dell’intera misura.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Articolo precedente

Classifica auto più rubate nel 2020: al comando c’è sempre la Fiat Panda

Articolo seguente

Concorsi pubblici ogni tre mesi con passaggio a digitale